giovedì 19 giugno 2014

Prima di ogni cosa..

“cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Matteo 6:33)



In questo versetto c’è una priorità che non possiamo e non dobbiamo trascurare, ed è “cercate prima..”.

Se vogliamo che tutte le necessità della nostra vita, non soltanto alcune ma tutte anche le più piccole ed insignificanti, vengano soddisfatte completamente  e forse anche al di la di ciò che possiamo pensare o immaginare, dobbiamo prima di ogni cosa cercare il regno di Dio,cercare il suo volto, il suo sguardo e la sua volontà nella nostra vita.

Se invece facciamo il contrario e non teniamo minimamente conto di questa priorità mettendo prima di tutto noi stessi, la nostra volontà, i nostri piaceri, la nostra concupiscenza, la nostra presunzione, e poi.. se resta qualche briciola del nostro tempo, pensiamo anche un po’ alle cose  Dio, al servizio per Lui, alle cose di sopra.

Allora, certamente, avremo carenza di ogni cosa; sia dal punto di vista spirituale che umano, la nostra vita non avrà alcun scopo.

“ Perché dov'è il tuo tesoro,là sarà anche il vostro cuore .” ( Matteo 6:21)

Se il nostro tesoro è nel regno dei  cieli, il nostro cuore sarà sicuramente ripieno dell’amore di Dio e ogni nostro desiderio sarà appagato pienamente  in Lui.

Si, se impareremo a vivere su questa terra, non come dei cittadini stabili ma come degli stranieri in vista di una  patria celeste, cercando e bramando la Sua presenza in ogni momento della nostra vita, il Signore con amore, si occuperà di  noi provvedendo ampiamente a  tutte le nostre necessità quotidiane e la nostra vita sarà ricolma della gioia e della  benedizione di Dio!

Che il Signore benedica la vostra vita.


lunedì 16 giugno 2014

Gioia nel dolore

“Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte.” 2 Corinzi 12:10 


La parola di Dio è veramente una fonte inesauribile di acqua viva...più si legge...più si viene inondati dalla freschezza delle Sue parole! 

Con questo versetto (che ho letto innumerevoli volte) il Signore ha voluto ricordarmi ancora oggi, l’importanza di essere felice nelle difficoltà della vita. 

Non rassegnata ma felice nel Signore! 

Paolo,davanti alle gravi difficoltà che costantemente doveva affrontare: debolezze personali, offese che spesso subiva ingiustamente, necessita di ogni genere, persecuzioni e avversità della vita.

Non era rassegnato...subendo passivamente ciò che stava accadendo, al contrario, provava un sentimento di intima gioia e soddisfazione profonda, Nel Signore, perché aveva capito, che nella sua debolezza e fragilità umana, Cristo era la sua Forza! 

Lode a Dio!

sabato 7 giugno 2014

l'importanza di una vita reale

Guai a quelli che tirano l'iniquità con corde di falsità e il peccato come con corde da carro..” (Isaia 5:18





A volte, dal nostro comportamento non è facile distinguere l’illusione dalla realtà… il vero dal falso...molto spesso con la nostra  bocca diciamo una cosa, mentre ne  facciamo un'altra.

Senza renderci conto che l’ambiguità di questo comportamento, oltreché danneggiare noi stessi, può danneggiare altri causando ferite molto profonde.

Troppo spesso si sente parlare di credenti, profondamente delusi e feriti dal comportamento di altri credenti.

E a questo punto, cercando di minimizzare la cosa ci scusiamo dicendo:“ l’uomo non è perfetto” ed è cosi. 

Infatti:" Nessun discepolo è da più del suo mastro,anzi ogni discepolo ben addestrato sarà come il suo maestro". (Luca 6:40) 

Il nostro modello  è Cristo, ed è a Lui  che  dobbiamo guardare, resta  il fatto che come credenti abbiamo  delle responsabilità gli uni verso altri.

affinché sia glorificato il nome del Signor nostro Gesù Cristo in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.” 
(2 Tessalonicesi 1:12 )

Ecco il nostro scopo come figli di Dio; glorificare Dio con la nostra  vita, lasciando attorno a noi un buon profumo, una buona testimonianza, al punto tale che gli altri dal nostro comportamento, Non dovrebbero vedere più noi, Ma la figura di Cristo in noi.  

Quale responsabilità!

Nella terza epistola di Giovanni al v. 3  Gaio viene elogiato per la testimonianza che  ha reso, camminando fedelmente nella verità e nell’ amore di Cristo, ed è quello che dovremmo fare noi, in ogni circostanza.

La nuova  creatura che è  in noi (in me) dovrebbe essere presente in ogni aspetto della nostra vita, avendo un’ animo dolce, gentile, un cuore limpido,sincero, trasparente, e leale.

Parlando sempre nella semplicità del cuore, con un: “Si,si,no,no; tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno”  (Matteo 5: 37)


Molte volte ho sentito dire, anche da credenti: “ nel rapporto con gli altri non dobbiamo fidarci  troppo.. mai essere troppo aperti.. si devono mantenere sempre certe  distanze..”

Ma questo discorso può andare bene nei confronti del mondo che Non conosce Cristo,Non tra credenti, che affermano di  conoscere Cristo!

L’allontanamento,la diffidenza, il timore e la prevenzione gli uni verso gli altri non vengono da  Dio!

Le distanze e il distacco dobbiamo averlo in modo energico e categorico, Nei confronti del peccato e del mondo,Non nei confronti  del fratello o sorella.

Nel mondo (lo sappiamo molto bene) le immagini, le impressioni che ci vengono date,possono essere  distorte, non conformi alla realtà, una sorta di illusione, un’ inganno dei sensi.

In pratica è  un pò come nella raffigurazione di un’ affresco che  può creare l’idea del movimento (mentre in realtà è soltanto un’illusione ottica)

Una persona che non conosce Cristo può dare di se un’immagine distorta, illudendogli altri di essere ciò che Non è, creando appunto un’ illusione ( che per il credente si chiama finzione) ma Non può e non deve essere  così per il credente.

In (Matteo 23:28 ) è scritto:“Così anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.”

L’ambiguità e la poca chiarezza nel nostro  modo di agire può essere deleteria, perché disorienta e tradisce la fiducia, le aspettative e le speranze di chi vedeva in noi qualcosa di diverso.. qualcosa che in realtà non siamo.

E questo disonora Dio!

L’uomo e la donna del mondo possono fingere di essere ciò che  non sono.. ma l’uomo e la donna di Dio no!

Perché essi sono una nuova creatura in Cristo!

Penso che uno dei motivi, per  cui a volte non si riesce ad instaurare e a godere appieno di quella  familiarità tra  credenti, di quella dolce e confidenziale amicizia cristiana, che fa parte poi della comunione fraterna e dell’essere un’ unico corpo in Cristo, sia  proprio il non potersi fidare gli uni degli altri, nella semplicità del cuore,  un cuore che dovrebbe essere puro, animato  e  rinnovato dall’ amore di Cristo, che invece molto spesso rivela soltanto il suo piccolo, limitato ed egoistico amore umano.

A Dio sia la gloria!