mercoledì 28 dicembre 2016

Dio è la mia Rocca!

"Viva l'Eterno! Sia benedetta la mia Ròcca! “ Dio è la mia Rocca! 
(2 Samuele 22:47) 



La Rocca è una massiccia Fortezza costruita su una cima rocciosa o su un'altura dominante.

Se ci mettiamo sulla vetta di questa maestosa Rocca, i nostri occhi rimangono abbagliati dalla bellezza di tutto ciò che ci circonda; e allo stesso tempo, se ci rifugiamo dentro questa Rocca, siamo tenuti al caldo, coperti e riparati da ogni intemperia, da ogni attacco del nemico, che incessantemente cerca di scagliare le sue frecce.

Ma niente e nessuno potrà minimamente sfioraci perché siamo totalmente protetti dalla Rocca!

Miei cari, questa Rocca si chiama Gesù, ed è la Rocca, sulla quale un giorno abbiamo posto il nostro fondamento.

“Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia.” (Matteo 7:25)

Non è Meraviglioso tutto questo? Si è meraviglioso!

Per questo possiamo dire a gran voce..”viva l'Eterno! Sia benedetta la mia Rocca!”

Lode a Dio!


mercoledì 14 dicembre 2016

"Gesù conosce le Sue pecore e le Sue pecore conoscono Lui e riconoscono la Sua voce... "



“Io sono il buon Pastore e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” (Giovanni 10:14)



Ma la domanda è: tra loro le pecore si riconoscono?
La risposta non è cosi scontata purtroppo..

Di sicuro le pecore si riconoscono dai frutti, che sono presenti nella loro vita: “Voi li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:16) e questi frutti che devono essere ben visibili tra di noi, nella nostra vita  sono: “Amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22)

Dal primo di questi frutti che è l’Amore provengono tutti gli altri e se manca il frutto dell’Amore di Dio in noi, non potrà esserci nella nostra vita alcun frutto.

E’ da quest’amore, che non proviene da noi, ma è stato “sparso da Dio nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5:5) che potremo riconoscerci tra di noi, ed essere dagli altri riconosciuti, come discepoli di Gesù.

Nel vangelo di Giovanni (13: 34 e 35) è scritto: “ vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.” (altro rif. Atti 4:13)

Ogni singola pecora contribuisce alla formazione del gregge e il gregge in un certo senso rappresenta il corpo:

“il corpo è uno, ma ha molte membra e tutte le membra di quell’ unico corpo, pur essendo molte formano un solo corpo, così è di Cristo.” (1Corinzi 12:12)

Ogni parte del corpo si riconosce e sa qual è la sua funzione, l’occhio riconosce la mano e la mano riconosce l’occhio.

La mano, come la bocca può servire per risollevare, sostenere e incoraggiare, ma anche per colpire, ferire e demolire. 

Giacomo (3:10 a 12) dice: “Dalla stessa bocca esce benedizione e maledizione. Fratelli miei, le cose non devono andare avanti così. La fonte emette forse dalla stessa apertura il dolce e l’amaro? Può fratelli miei un fico produrre olive, o una vite fichi? Cosi, nessuna fonte può dare acqua salata e acqua dolce. ”

Se noi attingiamo dalla stessa fonte che è Cristo, gli scopi nella nostra vita saranno gli stessi: glorificare Dio in ogni cosa, edificando, incoraggiando e sostenendo i fratelli, incitandoci reciprocamente a vivere  nell'amore di Cristo!

Le pecore, i credenti si riconoscono tra di loro, proprio dalle attenzioni e dalla cura che hanno gli uni per gli altri, se un membro soffre tutte le altre membra soffrono, non può essere altrimenti, se così non fosse, non farebbero parte di quel gregge, di quel corpo, che è il corpo di Cristo, perché nel corpo di Cristo:

“Se un membro soffre tutte le membra soffrono; mentre se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono insieme” (1 Corinzi 12:26)

In (Malachia 3:16) è scritto: “quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suo nome.”

Quelli che appartengono a Dio e lo temono, si riconoscono, si parlano e si sostengono tra di loro.

E “il corpo è ben connesso e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore di ogni singola parte, produce la crescita del corpo per l’edificazione di se stesso nell'Amore” (Efesi 4:16)

Si, l’Amore di Dio (non il nostro) sparso nei nostri cuori è sicuramente l’unico, il solo modo per riconoscerci, come figli di Dio.

giovedì 24 novembre 2016

Un'altro aspetto dell’Amore

“Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo quando sei da lui ripreso; perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli”. (Ebrei 12: 4 a 6)




Molto spesso ( forse per comodità) tendiamo ad evidenziare l’amore di Dio, dimenticando che il Suo amore, va di pari passo con la correzione e la disciplina.

Il vero amore ( per amore) corregge e riprende, se non riprende e non corregge i nostri errori, non è vero amore!

Se il padre, o la madre appoggiano e difendono i figli nelle loro scelte sbagliate, pensando di fare loro del bene, commettono un grave errore e più avanti sicuramente, vedranno i frutti del loro amore sbagliato.

Certamente, la correzione e il castigo, sul momento fanno male (a volte moto male) ma in seguito, ci saranno frutti di benedizione!  
(Ebrei 12:11)
Quando un bambino gioca con una scatola di fiammiferi o altre cose molto pericolose, come genitori non possiamo lasciarlo fare perché ne va di mezzo la sua vita!

Certamente, quando gli verranno tolti di mano quei giochi pericolosi, loro non capirono e  piangendo si chiederanno perché ne sono stati privati, per loro era  un bellissimo gioco…

Ma noi come genitori, sappiamo di avere fatto al scelta giusta per loro, salvandoli da un potenziale pericolo (anche mortale)

La stessa cosa fa il Signore con noi, molte volte ci toglie la cosa più bella ai nostri occhi, perché sa che quella cosa potrebbe essere molto pericolosa per noi in futuro!

Anche noi come quei bambini che sul momento non capivano perché gli erano state tolte le cose “belle “con cui giocavano ( ma in seguito capiranno)  in seguito capiremo il perché di quella privazione e anche se non dovessimo capire, noi ci fidiamo del nostro Padre celeste!

Perché Dio sa sempre cos'è il meglio per me, per te!

“Poiché io conosco i pensieri che ho per voi», dice l'Eterno, «pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza.” Geremia 29:11

Miei cari,

è estremamente importante ricordarci gli uni con gli altri, questa preziosa verità, perché il nostro Dio è un Dio di ordine e di verità che ama la disciplina, e l’ubbidienza da parte nostra.

In 1 Samuele 15:22 è scritto: "Ecco, l'ubbidienza è migliore del sacrificio, e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni.”



A Dio sia la gloria!


















mercoledì 23 novembre 2016

Come un fuoco ardente

Se dico: "io non lo menzionerò più, non parlerò più nel suo nome" c'è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso." (Geremia 20:9)



A causa del ruolo affidatogli da Dio, Geremia veniva spesso schernito, percosso, umiliato pubblicamente, e messo in prigione. 


Per questo motivo, con sentimenti che oscillavano spesso tra la lode e lo sconforto, Geremia si lamenta davanti a Dio. 

E in un momento di profonda depressione dice: “... io non lo menzionerò più, non parlerò più nel suo nome...” ma allo stesso tempo il fuoco ardente, consumate, della passione, del desiderio di Dio nella sua vita, gli impediva di tacere. 

Quando il desidero di Dio pervade totalmente la nostra vita, occupando la nostra mente e il nostro cuore, come possiamo non essere consacrati e dedicati a Lui completamente?

A volte, siamo disposti a sacrificare la nostra vita per una causa, un’ideale politico...siamo disposti a sacrificare noi stessi, il nostro piacere i nostri desideri, per rendere felice la persona che amiamo, ma non lo siamo altrettanto per il Signore.


Si, per Colui che ci ha amati così tanto da donare la sua stessa vita per noi, molto spesso non riusciamo, Non vogliamo rinunciare a nulla! 

Senza renderci conto che tutto ciò che abbiamo è Suo, gli affetti più cari, la famiglia, il lavoro la casa, la nostra stessa vita è sua perché Dio ce l’ ha donata. 

Davanti a questa completa donazione d’amore, che comprende la Sua stessa vita, quale dovrebbe essere la nostra risposta, il nostro unico desiderio, se non quello di santificare e consacrare, la nostra vita interamente a Lui! 

In (Romani 12:1-2) è scritto.

“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” 

Mie cari,
in quale modo possiamo offrire il nostro corpo, come un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio?

Confessando i nostri peccati, separandoci dal mondo e dalla sua concupiscenza rinunciando ai nostri desideri e alle nostre ambizioni umane, consacrando, dedicando la nostra vita a Lui. 

In (Galati 6:16-17) è scritto: "Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste."

Se desideriamo conoscere la volontà di Dio ed essere in perfetta sintonia con Lui, dobbiamo consacrare la nostra vita a Lui, rinnovando e trasformando ogni giorno i nostri pensieri e il nostro comportamento, in ogni aspetto della nostra vita. 

Partendo dall'interno, dal profondo della nostra anima e del nostro cuore, soltanto a questa condizione Egli potrà servirsi di noi e rivelarsi a noi, completamente. 

Se la nostra vita non corrisponde e non rispecchia questo desiderio profondo di consacrazione, di rinnovamento e di trasformazione interiore, Egli non solo non potrà rivelarsi a noi, ma non potrà neppure ascoltare le nostre preghiere. 

In (Isaia 59:2) è scritto:“... le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto” 

A Dio tutta  la gloria!

domenica 20 novembre 2016

Il giardino di Tabi (una fiaba a lieto fine)






Quand'ero piccola, mio nonno mi raccontava sempre delle bellissime fiabe, ed una sera d’inverno, mentre eravamo seduti attorno al fuoco, ricordo una fiaba che iniziava così:

C’era una volta, tanti, tanti anni fa una piccola rondine di nome Tabi che abitava in un bellissimo giardino con tanti alberi e fiori profumati, e in mezzo a quel giardino c’era anche un grande lago con dei bellissimi cigni.

A Tabi il Signore aveva donato davvero un bel giardino.

Ma la rondine per uno strano motivo, che nessuno è mai riuscito a comprendere, invece di volare nel giardino si rinchiuse in una gabbia dorata.

A volte Tabi, da dentro la sua gabbia osservava con un velo di tristezza le altre rondini che volavano via, anche a tabi, era venuto il desiderio di uscire fuori dalla gabbia e volare via assieme alle altre rondini ma appena si avvicinava al piccolo uscio della sua gabbia dorata, la paura di volare, gli impediva di uscire.

Gli anni passavano e Tabi diventava sempre più triste, nel suo cuore c’era come un vuoto, una profonda malinconia...una struggente nostalgia...che la faceva soffrire.

Ma quando ormai, aveva perso ogni speranza di volare, ecco che all'improvviso, avverti dentro il cuore come un dolore acuto profondo...un dolore che quasi le toglieva il respiro, poi una dolcissima voce che diceva: “ Tabi, tu sei preziosa ai miei occhi e onorata ed io ti amo ...non temere piccola mia perché io sono con te...ricordati, nell'amore non c’è paura...anzi, l’amore perfetto caccia via la paura...”

Tabi non riusciva a capire il significato di quelle frasi e neppure di chi fosse quella voce, ma improvvisamente il dubbio scomparve.

Si, quella voce così dolce, così colma d’amore, era la voce di Gesù!

Improvvisamente, una gran pace entro dentro il suo piccolo cuore, accompagnata da una forza che non era la sua.

Subito, si senti libera di volare, con po’ di timore apri con il becco la porticina della sua gabbia dorata, ed inizio a volare, alzandosi prima un poco da terra, poi più in alto...sempre più in alto, sembrava che il cuore le scoppiava, dalla felicita.

Era così felice, che non riusciva a smettere di volare.

Dopo alcuni giorni, stanca ormai di volare decise di riposarsi un po’ sul tetto di una vecchia capanna, e da lontano vide arrivare altre rondini, inizialmente due poi tre, poi se ne aggiungevano altre e altre ancora, era la prima volta che Tabi vedeva da vicino così tante rondini.

Le aveva viste volare nel suo giardino, quando alzandosi in volo sfioravano la sua gabbia dorata, ma ora erano li, vicino a lei, era piacevole parlare con loro, parlavano dell’ amore di Gesù, dello stesso Gesù che aveva parlato a Tabi e che l’aveva resa libera di volare!

Le rondini parlavano di cose edificati, di cose nuove, cose che Tabi non conosceva ancora, ma che gli davano gioia.

Era talmente felice, che decise di restare con le rondini ancora per un pò, le ore i giorni e i mesi passavano così velocemente, che quasi Tabi non si accorgeva del tempo che passava, dentro di se pensava di sognare, e diceva alle rondini:“ se questo è un sogno, vi prego amiche mie, non svegliatemi più...”


A volte, pensava agli anni sprecati dentro quella gabbia dorata, ma ormai, era inutile pensarci faceva parte del passato e il passato non si poteva riprendere.

Tabi, voleva gustare attimo per attimo, la felicità di quel momento, non voleva perdere un solo istante della compagnia delle sue amate rondini, continuava a parlare e a volare con loro, che bella quella loro amicizia, tramite la stessa fede in Gesù, erano diventate sorelle .

Le rondini si vedevano puntualmente ogni giorno sopra il tetto della vecchia capanna dove si erano incontrate per la prima volta, chi arrivava per prima aspettava le altre e quando tutte erano presenti, si alzavano in volo, era meraviglioso vederle alzarsi in volo tutte assieme, in’ un unico cinguettio, un unico battito d’ali.

Come ogni giorno, Tabi si mise ad aspettare le rondini, ma dopo ore di attesa le rondini non arrivarono.

Passavano i giorni e tabi continuava a fissare l’orizzonte, quando ecco che da lontano, intravvide le sue amate rondini, subito, gli volò incontro con le lacrime agli occhi per la felicità di averle ritrovate, ma le rondini per uno strano motivo, non la riconoscevano più, lei continuava a volarle vicino, dimostrandole l’affetto di prima, ma qualcosa era cambiato.

Tabi, non riusciva a capire, non si dava pace, senza le amate rondini, il giardino che prima era allegria e gioia, ora era diventato silenzioso e triste, dalle rondini Tabi, si sentiva amata ed ora non c’erano più…

Era rimasta nuovamente sola.

Non le restava che una cosa da fare, tornare nella sua gabbia dorata.

Ma mentre si avviava tristemente, verso la gabbia dorata, ecco che Tabi risente ancora quella voce che con la stessa dolcezza ripete: “non temere...ricorda, nell'amore non c’è paura... anzi, l’amore perfetto caccia via la pura… Lo so, le rondini sono volate via ...ma io, sono sempre qui ancora accanto a te...non sempre le cose si possono capire…a volte, vanno solo accettate… ”

Come la prima volta, quella voce scivolò ancora delicatamente dentro il piccolo cuore di Tabi, facendole realizzare e comprendere il vero significato di amore e libertà.

Oggi, ripensando alla storia che mi raccontava mio nonno, ne comprendo meglio il significato spirituale.

Nella vita cristiana può accadere che i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo ci deludano, ma Gesù Cristo ci ama talmente tanto che non ci deluderà mai!


Perché l'amore di Dio è perfetto!

Se la Chiesa ci delude, anche noi possiamo deludere.

Ma questo non deve in alcun modo isolarci dagli altri.

Dio ha creato l’uomo come un “essere sociale” e desidera che il cristiano viva nella comunità dei credenti.

Miei cari,
le delusioni che possiamo incontrare nella nostra vita, non devono isolarci, al contrario, devono infondere in noi maggior forza e convinzione, che nulla potrà mai distruggere la bellezza e la gioia della comunione fraterna, perché Dio stesso protegge i Suoi figli e la Sua chiesa!

venerdì 18 novembre 2016

Una crescita meravigliosa!

Bisogna che egli cresca e che io di diminuisca...” (Giovanni 3: 30)



Crescere significa; vivere, aumentare, progredire e svilupparsi nel corso degli anni, in ogni aspetto della nostra vita, ed è l’esatto contrario del diminuire.

Per poter sviluppare e illuminare ogni aspetto, della nostra vita rendendo visibili in noi i frutti dello Spirito descritti in (Galati 5:22) la nostra natura umana deve diminuire ogni giorno di più..sino al punto di morire, completamente.

Quando abbiamo accettato Gesù nel nostro cuore, Egli è diventato il padrone assoluto della nostra vita e da quel momento in poi, lo Spirito Santo che ci è stato dato dal Padre nel nome di Gesù (Giovanni 14: 26 ) deve avere la possibilità di crescere e svilupparsi in noi, in modo costante e continuo, dirigendo i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre fragilità e la nostra sensibilità, come meglio desidera e noi, dobbiamo lasciarlo libero di agire senza alcuna costrizione.

Tutto ciò che ci caratterizza come persona, deve essere usato con il solo ed unico scopo di glorificare Dio nella nostra vita.

Ma come ripeto, lo Spirito Santo può agire e crescere liberamente in noi, soltanto se la nostra carne diminuisce e muore.

In Giovanni (7: 38) è scritto: “ chi crede in me fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno...”

Questi fiumi, devono avere la possibilità di scorrere e fluire da noi in continuazione superando tutte le barrire, riempendo gli spazi vuoti e aridi del nostro orgoglio, della nostra gelosia, della nostra apatia e del nostro risentimento, diventando canali di benedizioni per gli altri!

Che il Signore ci aiuti a diminuire sempre di più, sino a far morire completamente il nostro vecchio uomo..." e a  rivestire l'uomo nuovo, che è creato a immagine di Dio nella giustizia e santità  ce procedono dalla verità.” (Efesi 4:24)

A Dio sia la gloria!





Un'Amore intenso

“Sopratutto abbiate amore intenso gli uni per gli altri” 1 Pietro  4: 8



E’ davvero incredibile, come ogni volta nella scrittura troviamo sempre qualcosa di nuovo, di fresco; proprio come un fiume, la parola di Dio scorre in continuazione nella nostra vita. 

Mentre leggevo, il mio sguardo si è fermato su questo versetto e mi hanno colpito queste due frasi “soprattutto” e “intenso” frasi che ho letto innumerevoli volte, ma che oggi ho visto sotto una luce diversa.

Soprattutto; significa prima e più di qualsiasi altra cosa… anche prima delle nostre polemiche delle nostre prevenzioni dei nostri pregiudizi o posizioni “dottrinali” si, prima di tutte queste cose e altre ancora, dobbiamo amarci intensamente gli uni con gli altri. Non un’ amore di circostanza, un amore superficiale, tanto per far vedere che siamo buoni no, un’ amore vero, intenso, sentito, profondo, sincero, che va al di la di ciò che appare .

Intensamente; significa amare con efficacia, con forza ed energia, sino al punto da produrre sugli altri la stessa efficacia,forza ed energia. In un certo senso,il nostro modo di amare dovrebbe essere così intenso e profondo da diventare contagioso per chi ci sta vicino… ed è solo su questa base concreta dell’amore di Dio, che possiamo partire per costruire qualcosa di solido, di duraturo e concreto che rimanga nel tempo. Da questo, tutti conosceranno che siamo suoi discepoli:

“...se avrete amore gli uni per gli altri” Giovanni 13:35

Perché l’amore abbia davvero un senso, si deve vedere, si deve sentire, si deve toccare, deve costare… l’amore è la base di ogni cosa, tutto è nato da un’ atto d’amore… se noi abbiamo la vita, la vita eterna è perché Gesù ci ha amati a tal punto da donare la sua stessa vita per noi, che non meritavamo nulla.

Questo è sicuramente l’esempio di un amore vero,sentito, vissuto e sofferto.

In Giovanni 13: 34 è scritto: “ Io vi do un nuovo comandamento: che via amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri” 


Tutti i comandamenti si possono riassumere in questa parola… “ama il tuo prossimo come te stesso… l’amore quindi è l’adempimento della legge ..” Romani 13: 9-10.

Dio ci benedica!






giovedì 17 novembre 2016

Allora Dio le aperse gli occhi...

“Allora DIO le aperse gli occhi ed ella vide un pozzo d'acqua; così andò a riempire d'acqua l'otre e diede da bere al ragazzo...”Genesi 21:19


Quando Dio apre i nostri  occhi le cose non restano mai come prima… la disperazione lascia finalmente  posto alla speranza e alla gioia!

Se  a sino a quel momento  eravamo persi nell'aridità dei nostri sentimenti... nella disperazione più cupa della nostra anima, da  quel momento  in poi potremo finalmente  vedere e gustare tutta la bellezza, la potenza e la gloria di Dio.


L’acqua di quel  pozzo  che prima non era visibile ai nostri occhi ora lo la vediamo fluire e scorrere  abbondantemente nella nostra vita, e  attraverso di noi anche altri potranno bere l’acqua fresca e preziosa  della parola di Dio. 

Quel terreno che prima era arido e sabbioso...adesso è diventato fertile... pieno di erbetta tenera... di fiori e frutti profumati... i fiori e i frutti dello Spirito Santo, che  quando entrano nella nostra vita  non ci lasciano mai, come eravamo prima!

Dio ci benedica!

domenica 13 novembre 2016

La sensibilità nelle mani di Dio

Poiché sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre, io ti celebrerò perché sono stato fatto in modo meraviglioso, stupendo, meravigliose sono le tue opere e l’anima mia lo sa molto bene...” Salmo (139:13- 14)





Ognuno di noi è stato creato in modo diverso, con una propria identità e una propria individualità che lo fa essere speciale ed unico, agli occhi di Dio.


Ma purtroppo, dal punto di vista umano non siamo altrettanto speciali gli uni per gli altri, al contrario, quando incontriamo una persona che non corrisponde alle nostre caratteristiche, al nostro modo di vedere e di pensare rimaniamo confusi, disorientati portati di conseguenza, ad emarginare e ad allontanare la persona “strana” particolare, con un modo così diverso da noi di vedere, di pensare e di sentire le cose, senza renderci conto che il nostro comportamento crea sofferenza e disagio in quella persona.


Come credenti, avendo una nuova natura in Cristo (2 Corinzi 5: 17) dovremmo avere anche una sensibilità rinnovata, più forte e più matura, nel capire e nel valutare le necessità degli altri, invece il più delle volte non solo non capiamo ma non rispettiamo neppure minimamente, l’individualità e la sensibilità delle persone che ci stanno accanto.


Spesso vediamo la sofferenza e il disagio “degli altri” con troppa superficialità, minimizzando e semplificando tutto ciò che non ci riguarda personalmente, e la totale mancanza di delicatezza che spesso manifestiamo gli uni con gli altri è qualcosa, che davvero a volte mi spaventa.


La sensibilità non può essere generalizzata, ma deve essere personalizzata in base alla nostra sensibilità individuale.


Infatti, non tutti dal punto di vista fisico sopportiamo il dolore allo stesso modo, c’è chi va a lavorare con la febbre a 38 c’è chi invece si sente completamente distrutto, quando il termometro tocca appena i 37 gradi, c’è chi sviene alla vista del sangue c’è chi mantiene un controllo freddo e distaccato davanti alle situazioni più gravi.


Dal punto di vista emotivo accade un pò la stessa cosa, e proprio per questo, chi è più sensibile è più esposto al dolore.


Dolore significa: “sensazione spiacevole per effetto di un male corporeo, ma anche sentimento di profonda infelicità, dovuto all’ insoddisfazione di bisogni personali; afflizione e costernazione.”


Sentimenti che tutti (essendo esseri umani) proviamo più o più o meno intensamente nel corso della nostra vita.


Ma molto spesso, non abbiamo il coraggio di ammetterlo perché siamo troppo impegnati a difendere, ciò che “gli altri devono vedere” e ciò che gli altri riescono a vedere è quasi sempre il contrario di ciò che realmente siamo.


Con accuratezza cerchiamo di coprire le nostre fragilità e la nostra vulnerabilità, dimenticando che la fragilità e la debolezza fanno parte dell’essere umano, e se usate nel giusto modo possono diventare una ricchezza reciproca.


E’ proprio nella nostra debolezza e nella nostra fragilità che si manifesta la potenza di Dio.


Paolo dice: “... perciò, molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi su di me ... perché quando io sono debole, allora sono forte”. (2 Corinzi 12:9-10)


L’importante è riconoscere sinceramente i nostri limiti, davanti a Dio senza cercare di mettere una maschera, perché le maschere non migliorano il problema, ma lo aggravano.


Mascherare i nostri sentimenti, le nostre fragilità e le nostre paure può farci diventare forse, migliori agli occhi dell’uomo, ma certamente non ci rende migliori davanti a Dio.


E’ chiaro, quindi che la sofferenza che procura dolore può essere non solo fisica, ma anche emotiva e non tutti come ripeto, soffriamo con la stessa intensità, con la stessa partecipazione verso le situazioni o i problemi di cui veniamo a conoscenza.


Spesso, quando ci troviamo a dover affrontare questo tipo di sofferenza, particolare siamo impreparati, e davanti ad una persona che soffre emotivamente, di disagi, conflitti interiori, morali, spirituali o sta attraversando un periodo a volte motivato, a volte immotivato di depressione, che significa semplicemente (vivere uno stato d’animo di avvilimento, di tristezza, di abbattimento e demoralizzazione) tendiamo a semplificare e a minimizzare ogni cosa e con crudele superficialità a volte diciamo...“ pensa a quelle persone, loro si che soffrono davvero, non tu”.


Pensando a torto che la sofferenza reale sia soltanto fisica.


Ovviamente, il dolore rimane dolore ma è sempre e comunque strettamente legato alla sopportazione individuale di ognuno di noi, nonché alla nostra sensibilità.


Certamente, ci sono e ci saranno sempre persone che soffrono più di noi, ma nel momento della “nostra” sofferenza tutti noi soffriamo e anche la nostra sofferenza, come quella degli altri va rispettata.


Non di rado purtroppo, ci sono credenti che sempre per un difetto di interpretazione della vita cristiana pensano che chi soffre di questo tipo di problemi non ha un buon rapporto con Dio, ma Non sempre è così.


Si può essere lontanissimi da Dio senza soffrire minimamente di questi problemi, ed essere invece in uno stretto rapporto con Dio pur soffrendone.


Molto spesso, dimentichiamo che a volte è proprio la sofferenza che ci avvicina di più a Dio.


Nella scrittura ci sono tantissimi esempi di uomini che amavano sinceramente il Signore, ma soffrivano ugualmente di questa sofferenza interiore profonda.


Mi limiterò a portare soltanto pochi esempi.


Cominciando dai salmi, vediamo Davide “un’uomo secondo il cuore di Dio” che descrive la propria sofferenza interiore in modo così intenso, profondo e vissuto che deve far riflettere chi è scettico ed insensibile, pronto a sentenziare, emettendo giudizi il più delle volte errati.


Nel (Salmo 102: 4 e 9) Davide si esprime in questo modo: “colpito è il mio cuore come l’erba è seccato; perché ho dimenticato perfino di mangiare il mio pane ... poiché io mangio cenere come fosse pane, e mescolo con lacrime la mia bevanda...”


Ancora nel (Salmo 6: 3 - 6 – 7) Davide dice: “l’anima mia è tutta tremante...io sono esausto a forza di gemere; allago di pianto il mio letto e bagno delle mie lacrime il mio giaciglio, l’occhio mio si consuma dal dolore e invecchia ...”


Nel salmo 77: 3 - 4 - 5 Asaf si esprime così: “...io mi ricordo di Dio e gemo; medito e il mio spirito è abbattuto, tu tieni desti gli occhi miei, sono turbato e non posso parlare ...ripenso ai giorni antichi agli anni da lungo passati...”


Ed Elia, che nonostante la sua fede, (Giacomo 5:17-18) e nonostante la vittoria sui profeti di Baal (1 Re 18: 40) è preso da un forte scoraggiamento, e la paura prende il sopravvento.


In (1 Re 19: 4) vediamo che Elia “… si inoltrò nel deserto, una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra...ed espresse il desiderio di morire: “dicendo basta! Prendi ora o Eterno, l’anima mia, poiché io non valgo meglio dei miei padri...”

Anche se apparentemente, potrebbe sembrare che Elia non dovesse avere alcuna motivazione per cadere in una forma di depressione così profonda; per lui non era così.


Bastarono le minacce di Izebel (1 Re 19: 2) per farlo cadere in un’ abbattimento e in uno scoraggiamento così profondo, da desiderare la morte.


Un’ altro esempio di sofferenza interiore è Anna, la quale nell'amarezza della sua anima  pregò l’Eterno piangendo dirottamente:"  io sono una donna tribolata nello spirito e non ho bevuto ne vino ne bevanda alcolica ,ma stavo spandendo la mia anima dinanzi all'Eterno...l’eccesso della mia tristezza mi ha fatto parlare fino adesso ... ” (1 Samuele 1:10 -15- 16)


Anna era una donna sterile e viveva la sua sterilità con una sofferenza intensa, profonda (era la sua sofferenza) non tutte le donne vivevano e vivono la loro sterilità allo stesso modo di Anna, c’è chi l’accetta in modo diverso, quasi con serenità.


Ma per Anna non era così.


Neppure le parole affettuose del marito Elkana, che cercava di rassicurarla dicendogli: “Anna, perché piangi, perché non mangi, perché è triste il cuore tuo? non ti valgo io più di dieci figlioli...? (1 Re1: 8) riescono ad attenuare il dolore di Anna.


E’ bellissimo però, vedere le stesse persone che si lamentano, soffrono e vivono le cose in modo cosi intenso, particolare (come capita a chi è più sensibile) amare sinceramente il Signore e innalzare a Dio inni di ringraziamento di lode e di riconoscenza.


Non è un caso, che nella scrittura troviamo questi canti di lode, dopo un travaglio e una sofferenza interiore profonda.


Come ripeto, la sofferenza, sia dal punto di vista fisico, emotivo o spirituale è un qualcosa di soggettivo, di personale ed aumenta in base alla nostra sensibilità.


Più siamo sensibili più saremmo predisposti alla sofferenza perché ogni piccola cosa di cui veniamo a conoscenza, che riguarda noi o gli altri ci farà soffrire, maggiormente.


Essere sensibili significa, sentire in modo particolarmente intenso determinate situazioni emotive, ambientali ecc. e avere allo stesso tempo una predisposizione particolare a sentire vivamente le emozioni, i sentimenti e gli affetti.

“Dal vocabolario” sensibile; è detto anche strumento di misura che avverte fortemente le vibrazioni (in psicologia si chiama anche empatia)


In un certo senso la persona sensibile avverte cose che normalmente gli altri non avvertono e sente cose che gli altri non sentono.


Al contrario, la persona superficiale come dice la parola stessa, sente, vede e vive le cose in superficie, non approfondisce, non analizza, non si pone troppi interrogativi, ma si ferma (il più delle volte per comodità) davanti all'esteriorità delle cose.


E come lo “strumento” citato sopra, essendo in questo caso uno strumento insensibile, non potrà avvertire le forti vibrazioni, e per questo motivo sarà meno esposto alla sofferenza.


Chi è sensibile, Non può essere superficiale, al contrario sarà estremamente introspettivo, tenderà ad approfondire e ad esaminare attentamente ogni cosa, cercando di capire profondamente se stesso e gli altri immedesimandosi, facendo proprio il problema e il dolore degli altri, soffrendo a sua volta, dello stesso dolore.


Immedesimarsi o immedesimazione significa: fare una cosa di due o più cose distinte, farsi una sola cosa o persona con un’altra.


Ma dobbiamo fare attenzione perché esiste una sensibilità e di conseguenza una sofferenza, positiva e una sensibilità e una sofferenza, negativa.


Se per esempio io sono sensibile alla mia natura umana, carnale questo sarà ovviamente negativo e pericoloso per me stessa come credente, e per le persone che mi stanno accanto e certamente non potrò essere di aiuto a nessuno, anzi potrò fare a loro soltanto del male.


Inoltre, dobbiamo fare molta attenzione a non confondere la fragilità con la sensibilità.


Molto spesso fragilità diventa sinonimo di sensibilità, ma non è affatto così.


La differenza è sottile ma sostanziale, infatti; fragile è un qualcosa che si rompe facilmente, un pacco che contiene oggetti fragili può rompersi facilmente, ma non è detto che in questo pacco ci sia un contenuto prezioso, anche una zucca vuota se cade a terra si rompe ... ma è vuota, priva di contenuto.


Fragile è detto anche di persona debole, di scarsa consistenza e di valori morali, facile nel cadere ai vizi e alla tentazione.


Quindi è evidente che si può essere fragili e sensibili, ma si può anche essere fragili ed estremamente insensibili, vuoti ed egoisti allo stesso tempo.


La sensibilità, per quanto riguarda la predisposizione nell'aiutare e nel partecipare alla sofferenza degli altri ha sicuramente un’ aspetto positivo notevole, e se usata nel modo voluto da Dio può diventare una benedizione per noi stessi e per gli altri. 


In 2 Proverbi 21: 1 è scritto: “ il cuore del re, nella mano dell’Eterno è come un corso d’acqua, Egli lo volge dovunque gli piace


Ma questo cuore (come dice questo stupendo versetto) deve essere mobile nelle mani di Dio in ogni circostanza, lasciandosi guidare soltanto dalla Sua mano!


Si, se vogliamo essere utili nelle mani di Dio, dobbiamo lasciarci guidare e dirigere proprio come un corso d’acqua che inonda e penetra ogni cosa, riempendo spazi vuoti e aridi, il Signore deve poter dirigere i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre fragilità e la nostra sensibilità, come meglio desidera e noi, proprio come l’acqua dobbiamo seguirlo con la stessa fluidità e la stessa continuità.


Perché la nostra sensibilità individuale, come tutto ciò che ci caratterizza ( come individui) per essere qualcosa di benefico, deve essere usata con il solo ed unico scopo di glorificare Dio, soltanto in questo modo potrà essere totalmente e meravigliosamente produttiva, al contrario rimarrà soltanto un bel gesto, ma completamente vuoto...fine a se stesso!


La sensibilità che viene da Dio, non si ferma, non cambia in base alle circostanze e alle situazioni, non ragiona sui pro e sui contro, ma si dirige verso il cuore degli altri donando, anche se questo a volte può costare... perché la sensibilità è molto simile all’ amore...dona senza chiedere nulla.
( 1 Corinzi 13) 


Non dimentichiamo però, che il cuore dell’uomo, senza Dio, per quanto sensibile e altruista possa essere “è sempre ingannevole ed insanabilmente malvagio” (Geremia 17: 9)


Per questo è importante esaminare noi stessi profondamente per capire, la vera motivazione del nostro “altruismo” (se di altruismo si tratta) e vedere se nel nostro dare, c’è il desiderio nascosto di ricevere di più!


Ricordando sempre, che ogni cosa buona che noi possiamo fare, non viene da noi ma da Dio!


Che il Signore ci aiuti ad essere davvero, dei corsi d’acqua che si dirigono verso il cuore degli altri, senza calcoli ed interessi personali, ricordando che questi corsi d’acqua potranno affluire bene soltanto, se noi rimaniamo strettamente uniti alla Sorgente!





lunedì 24 ottobre 2016

Gioia e certezza, di appartenere a Cristo!

“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. “ Romani 8:28 a 30




A volte, quando leggiamo, la parola di Dio, ci soffermiamo soltanto su alcuni punti senza andare oltre.

Ma ogni volta che provo ad andare un pochino più a fondo…resto sempre meravigliosamente stupita.

Ad esempio, tante volte ho letto questi versetti ponendo la mia attenzione soltanto sul fatto che “tutte le cose cooperano al bene…” ed è vero.

Non dando però la dovuta importanza a ciò che segue.

Infatti, vediamo che Non per tutti le cose cooperano al bene, come a volte erroneamente si pensa: Ma soltanto di quelli che amano Dio, i quali (quelli che amano Dio) sono chiamati secondo un Suo disegno.

Il Brano continua dicendo:

Perché quelli che ha preconosciuto che significa (conoscere i fatti anticipatamente prima del loro accadere) li ha pure predestinati (cioè ha stabilito ogni cosa fissando tutto molto prima del loro accadere) ad essere conformi (esattamente uguali all'originale) all'immagine del Figlio Suo (Gesù) affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli.


Il primogenito è Colui che possiede il primato, il solo ad essere erede di diritto (Rif. Sl 89:27- Cl 1: 15 - 18- Ap. 1:5) Gesù Cristo possiede il primato su coloro che conformati alla sua immagine, sono divenuti suoi “fratelli”. ( citazione di un commento di John A.M.)

Più avanti  l’Apostolo Paolo ribadisce ancora “… e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati (resi giusti, puri, liberi da colpe) li ha pure glorificati.”

“Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
” 
2 Timoteo 2:10

Sapere che per grazia, siamo stati chiamati-preconosciuti-predestinati-conformi-giustificati, e glorificati In Lui, è Meraviglioso!

Miei cari,

a volte , illudendoci di poter capire tutto, ci poniamo domande e interrogativi, senza alcun senso, dimenticando che la nostra mente nella sua limitatezza può arrivare sino ad un certo punto, Non oltre.

Anche Giobbe davanti a ciò che stava accadendo nella sua vita, cercava spiegazioni che in quel momento, non avrebbe potuto capire.

Ma dopo i suoi tanti perché, vediamo che a Giobbe non gli resta che arrendersi davanti all'evidente,immensa e gloriosa Sovranità di Dio, un Dio perfetto che sa il perché di ogni cosa.

Alla fine Giobbe riconoscere il suo essere indegno e si ravvede, si pente davanti a Dio: dicendo:

“Ecco, io sono troppo meschino; che ti potrei rispondere? Io mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non riprenderò la parola, due volte, ma non lo farò più…Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco. Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami! Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto. Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere”. Giobbe (40: 4- 5 - 42:2 a 6)

Dopo che Giobbe riconosce i suoi limiti, Dio lo colma di ulteriori benedizioni.

Infatti: “Il SIGNORE benedì gli ultimi anni di Giobbe più dei primi…” Giobbe 42:12

Che il Signore ci aiuti a riconoscere i nostri limiti (evitando forzature errate, che rischiano di portarci fuori strada) accettando pienamente la SUA ASSOLUTA SOVRANITÀ’ in ogni cosa!

A Dio sia la gloria!

giovedì 13 ottobre 2016

Non temere, confida nell'Eterno

“Confida nell'Eterno e fa' il bene, abita il paese e coltiva la fedeltà. Prendi il tuo diletto nell'Eterno, ed egli ti darà i desideri del tuo cuore. Rimetti la tua sorte nell'Eterno, confida in lui, ed egli opererà. Egli farà risplendere la tua giustizia come la luce e la tua rettitudine come il mezzodì. Sta' in silenzio davanti all'Eterno e aspettalo…” (Salmo 37: 4 a 7)



Confidare significa fidarsi pienamente di qualcuno, aprendogli il nostro cuore. 


Ma nella parola di Dio, confidare, significa anche fare del bene al nostro prossimo, applicando con fedeltà la Sua parola nella nostra vita.
Confidare, significa anche godere, gioire in ogni istante della presenza di Dio. Si, anche nelle delusioni e nella sofferenza che possiamo incontrare dobbiamo trovare in Lui la nostra gioia, sapendo che nessuno mai potrà avere cura di noi come il nostro Dio!


A quel punto Dio opererà con potenza, facendo risplendere su di noi la Sua giustizia perfetta!


Ma confidare, significa anche saper aspettare in silenzio i tempi di Dio, sapendo che nulla è nascosto ai Suoi occhi.


E proprio quando ci sembrerà di non vedere più alcuna via d’uscita… ecco che vedremo risplendere la Sua meravigliosa gloria!

mercoledì 5 ottobre 2016

Che privilegio immenso!



“Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce; voi, che un tempo non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia.” 1 Pietro 1:9-10





Pensate, noi che prima eravamo dei miseri peccatori, ora siamo entrati a far parte di una famiglia scelta, eletta, voluta da Dio.
E per Dio, ora noi siamo come un qualcosa di regale…prezioso, un popolo santo, acquistato esclusivamente per LUI!

Noi che un tempo eravamo un popolo che vagava qua e là lontano da Dio, ora siamo il SUO popolo.

Noi che prima non riconoscevamo quanto grande era il Suo amore per noi, ora lo abbiamo sperimentato con la Sua grazia.

E ora, che altro possiamo fare se non proclamare a gran voce, tutte le cose meravigliose che Dio ha fatto nella nostra vita; chiamandoci dalle tenebre del peccato alla Sua meravigliosa luce!

Che il Signore ci aiuti a proclamare la Sua potenza ed il Suo sempre!

venerdì 30 settembre 2016

La nostra vita...

“Poiché ogni carne è come l'erba ed ogni gloria d'uomo è come il fiore dell'erba; l'erba si secca e il fiore cade, ma la parola del Signore rimane in eterno; e questa è la parola che vi è stata annunziata.” 1 Pietro 1 :24-2




L’uomo pensa di essere indistruttibile, 
o meglio, dentro di se sa di non esserlo, e a volte, per non pensare e riflettere su questa cosa che lo spaventa cerca in tutti i modi di distrarsi con il divertimento, i piaceri e lo svago, non che ci sia nulla di sbagliato in questo. 

Ma è sbagliato il fatto di vivere la nostra vita, pensando soltanto a questo, senza riflettere sul significato della vita.

Pensate: ogni istante della nostra vita è nelle mani di Dio.

Un Dio meraviglioso che è sempre attento e pronto ad accoglierci, quando noi ci rivolgiamo a Lui.

Troppo spesso dimentichiamo che la nostra vita è come un filo d’erba, come un fiore bellissimo che sboccia, e poi (nonostante tutte le cure che possiamo darle) a un certo punto si secca, cade e muore…si, quel bellissimo fiore, adesso non esiste più.

Nessuno di noi può sfuggire al fatto che un giorno, proprio come quel piccolo filo d’erba e quel bellissimo fiore, la nostra vita finirà.

E quel punto, che lo vogliamo o no dovremo rendere conto a Dio, di ogni cosa.

Dico questo non per spaventarvi, ma perché sono spinta dall'amore di Dio per voi.

In Ebrei 4:7 è scritto: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori».

Miei cari,
oggi, non domani cerchiamo riflettere su quello che Dio ha voluto comunicarci.

“fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.” Ebrei 12:2

Io ho scelto di seguire Gesù!


E tu?




martedì 16 agosto 2016

Se io amo davvero...

"Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore." 1 Corinzi 13-13




Se non metto in pratica l’amore di Gesù nella mia vita, non ho capito nulla dell’amore.


Anche se dessi tutte le mie ricchezze per nutrire i poveri e arrivassi addirittura a sacrificare me stessa, sino ad essere arsa...se non conosco l’amore di Dio, niente di ciò che faccio ha valore.

Ma se imparerò ad amare secondo il cuore d Dio, ogni cosa che farò produrrà frutti buoni.

Se io amo davvero; saprò essere paziente, indulgente e affettuosa con te, non ti invidierò se avrai qualcosa di più, non mi vanterò della mia conoscenza, ma resterò semplice ed umile, il mio comportamento non sarà mai di turbamento per te, non cercherò con egoismo, soltanto il mio interesse… mi di curerò del tuo.

Non sarò aspra e dura con te, ma sarò dolce e comprensiva, ti aiuterò...non sospetterò il male, non godrò dell’ingiustizia...no!

Perché il mio cuore avrà gioia soltanto nella verità, soffrirò e piangerò con te, quando sarai in difficoltà.

Crederò senza dubitare a ciò che mi dirai, perché mi fido di te, spererò che ogni cosa vada bene per te e se potrò, ti aiuterò a realizzare i tuoi sogni...sopporterò ogni cosa per te, senza rammarico.

Qualsiasi cosa accada, il mio amore per te non verrà mai meno perché l’amore che Dio ha messo nel mio cuore per te è più grande di te e di me... è il Suo amore.

venerdì 24 giugno 2016

Oltre il tempo



Più il tempo passa..più mi accorgo di quanto sia importane il saper restare soli..soli con i nostri pensieri..con le nostre paura ,con i nostri timori.. MA con la pace di Dio nel cuore.. nella piena consapevolezza che c’è un tempo per l’amore..l’amicizia, gli affetti..e un tempo per restare soli.. ma l’amore di Dio per noi, va oltre il tempo..che meraviglia..che gioia, sapere che da sempre Lui è, sarà con noi..per l’eternità! Grazie Signore!

giovedì 16 giugno 2016

Rimpianti



Indefinibili ombre sono dentro di me e mi avvolgono, voli d’ansia prevalgono...

la mia mente e’ immersa in un passato lontano, fatto di amore e dolcezza.

Sono dolci i ricordi … eravamo un tutt'uno di sentimenti e emozioni ...
Ma ora, noi non siamo più la, in quel mondo fatato.


Un tempo, io vivevo per te ... tu vivevi per me ... ci bastava uno sguardo … per capire e per darci ciò che il cuore chiedeva, ma quel dolce ragazzo non c’è, se ne’ andato e con lui sono andato via anch'io lasciando il rimpianto, il rimpianto di un tempo passato ...





domenica 8 maggio 2016

Uniti In Cristo

“Io dunque, il prigioniero per il Signore, vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri nell'amore, studiandovi di conservare l'unità dello Spirito nel vincolo della pace.” (Efesi 4:1 a 3 )

   
Ancora in (1 Corinzi 1:10) paolo scrive: “Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire.”



In più occasioni, la parola di Dio ci esorta, ci richiama ad essere uniti In Cristo cercando in tutti i modo di conservare l’unità dello Spirito vincolati, uniti, nella pace di Dio uno con l’altro.


Ma noi continuiamo a non capire...e al posto dell’unità, innalziamo muri e barriere, creando spaccature su spaccature.


Dimenticando che le spaccature e le divisioni tra fratelli, vengono dal nemico.
Che il Signore ci faccia comprendere l’importanza e il privilegio di essere uniti In Cristo!


Perché è solo uniti In Cristo che si possono vincere le battaglie spirituali!


A Dio sia la gloria!

domenica 3 aprile 2016

Che cos'è la fede?

“Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono” Ebrei 11:1



La fede è un gesto d’amore, di fiducia e di abbandono completo tra le braccia del Padre. 

Personalmente raffiguro la fede alla semplicità di un bambino, un piccolo bambino indifeso, fragile, insicuro, pieno di paure che si rassicura e diventa forte soltanto stringendo, la mano del suo papà.

Quando il bambino è solo si guarda attorno, spaventato e impaurito da mille cose, ogni minimo rumore lo fa tremare e piangere, ma quando stringe forte la mano possente del suo papà si calma.

Quando il papà lo stringe forte, forte, tra le sue braccia il bambino non ha più paura di niente... si sente al sicuro. 


Col papà vicino, sa di poter affrontare ogni difficoltà, sia che si trovi in balia delle onde, in una foresta buia o in un deserto, è sicuro che il papà lo proteggerà a costo della sua stessa vita.

Questa è la vera fede per me, fiducia totale e amore incondizionato, come quel piccolo bambino verso il suo papà.

Noi siamo i bambini indifesi, tremanti che a volte piangono. 


Dio è il nostro Padre celeste che ci rassicura sempre stringendoci forte tra le Sue braccia, proteggendoci da ogni pericolo presente e futuro. 

Lode a Dio!

domenica 13 marzo 2016

Le nostre inutili ragioni...

“Ho prestato attenzione e ho ascoltato, ma essi non parlano rettamente; nessuno si pente della sua malvagità e dice: "Che cosa ho fatto?". Ognuno riprende la propria corsa, come un cavallo che si slancia nella battaglia. Perfino la cicogna nel cielo conosce le sue stagioni, la tortora, la rondine e la gru osservano il tempo del loro ritorno, ma il mio popolo non conosce la legge dell'Eterno. ” (Geremia 8: 6-7)



Anche noi spesso come il popolo d Israele, giustifichiamo i nostri errori dicendo con tranquillità: “Che cosa ho fatto di male?”

Ma forse è arrivato il momento di prendere coscienza e dire basta.


Basta, alle tante, troppe parole che confondono e disorientano sviando chi ci ascolta, dalla verità della parola di Dio.


In (Galati 5: 13 a 18) è scritto:

“Perché fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri. Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste. Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge “


Tornando alle nostre “inutili ragioni” in quale modo possiamo dimostrare le nostre vere ragioni In Cristo?


Con il frutto dello Spirito che deve essere evidente nella nostra (mia) vita.

Descritto chiaramente in (Galati 5: 22)

Che è : “Amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo.”

Ricordandoci gli uni gli altri, che “se viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito.” (Galati 5:25)


Solo questo serve per dimostrare le nostre ragioni In Cristo, ragioni che devono avere un solo ed unico scopo: portarci ad onorare e glorificare Dio con la nostra vita, nella nostra vita!


Signore, apri i nostri occhi, affinché possiamo vedere Non le nostre misere ragioni, Ma la Tua gloria!


sabato 27 febbraio 2016

Per ogni cosa c'è un motivo

“Ora l'Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.“ (Giona 2:1)



A volte il Signore fa cose, che noi non possiamo capire...ma è proprio in quei momenti, che la nostra fede viene rafforzata sapendo che tutto ciò che Dio permette è per il nostro bene!


In (Romani 8:28) è scritto: “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.”


Ognuno di noi, nella propria vita... ha provato, ho sta provando in qualche modo, la sanzione di sentirsi come chiuso... imprigionato... proprio come dentro il ventre di un grande pesce... da dove sembra impossibile potere uscire.


Ma non è così!


Giona, a causa della sua disubbidienza si trova prima in balia delle onde del mare, e poi nel ventre di in grosso pesce… ma proprio, in quella situazione di imprigionamento:
“Giona pregò l'Eterno, il suo DIO, dal ventre del pesce e disse: «Nella mia sventura ho gridato all'Eterno ed egli mi ha risposto; dal grembo dello Sceol ho gridato e tu hai udito la mia voce. Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra. Allora ho detto: Sono stato scacciato dalla tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il tuo santo tempio. Le acque mi hanno circondato fino all'anima, l'abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio capo. Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO.” (Giona 2:5 a 7)


Proprio quando la sua anima veniva meno... e le forze lo stavano abbandonando, Giona rivolge a Dio, questa bellissima preghiera:

Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell'Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio. Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia. Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all'Eterno». Allora l'Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull'asciutto. “(Giona 2: 8 a 11)


Giona conclude dicendo:” Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici e adempirò i voti che ho fatto.” (v.10)


Ma che cos'è un voto?


Il voto è una promessa solennemente formulata, in forza della quale un individuo o un gruppo s'impegnano davanti a Dio, di compiere una data azione.
Anche se a volte sembra che ce ne dimentichiamo... anche noi, il giorno che abbiamo accettato Gesù nel nostro cuore come nostro personale Salvatore ci siamo impegnati seriamente davanti a Dio per servirlo e onorarlo con la nostra vita.


Che il Signore ci aiuti a mantenere fede a questo importantissimo impegno, preso davanti a LUI!

A Dio sia la gloria!

domenica 21 febbraio 2016

DOMANDA: ESISTE UNA CONDIZIONE PSICOFISICA DI OMOSESSUALITÀ’ DALLA NASCITA?

Sintesi di Damaris Lerici su uno scritto del medico cristiano Dr. Vincent Eze Ahanonu (21 Settembre – 2008 )





Assolutamente no!

Non esiste alcuna condizione psicofisica di omosessualità dalla nascita, in quanto non esiste nessuna base genetica ereditaria e congenita dell’omosessualità.

Se tale condizione esistesse, ci sarebbe anche per altri tipi di perversioni sessuali come la pedofilia, la necrofilia, la zoofilia, la prostituzione, l’adulterio ecc.

L’omosessualità, come altri peccati, oltre che una perversione è anche una deviazione sessuale, che non è ereditaria.

Quindi, nessuno nasce omosessuale. Le perversioni sessuali possono insorgere durante il processo di sviluppo, in cui l’evoluzione sessuale si arresta e si fissa sul desiderio della persona dello stesso sesso.

Le persone appartenenti ad un ambiente familiare particolarmente permissivo, con ambiguità caratteriali e ruoli genitoriali disordinanti, potrebbero determinare un orientamento omosessuale sia dall'infanzia, per esplodere poi nell'età adulta.

La società, l’amicizia sbagliata, la tossicodipendenza, ecc. possono essere causa di tale situazione psicologica e relazionale, la mente può elaborare un meccanismo tale, da pensare di poter soddisfare certi bisogni emotivi, come l’insicurezza, il bisogno di apprezzamento, ecc. con la rottura delle “regole”.

Il bisogno di sfogo e trasgressione diventa così forte, da trasformarsi anche nel desiderio di avere un rapporto fisico con lo stesso sesso e/o nella pedofilia.

Le perversioni sessuali sono dovute ad anomalie, che subentrano nell'età adulta, quando il soggetto ha già raggiunto una completa maturazione sessuale, sia esso introverso che estroverso, con costituzione labile o forte e con circostanze familiari avverse.

Tutto ciò che promuove il rinnovamento, l’evoluzione e l’esaltazione della maturità sessuale già raggiunta, favorisce l’omosessualità e la pedofilia.

Oppure, in un soggetto normale, ricco, altolocato, che per dimostrare la propria noncuranza verso le regole e la moralità, si abbandona ad ogni depravazione organizzando in modo stabile, relazioni con amici di ambo i sessi, iniziando con droga party e sesso promiscuo.

In questo modo gli aspetti di perversione sessuale vengono ad essere inclusi nel resto della sua personalità. Il piacere e il desiderio di trasgressione, impedisce, all'individuo di avere comportamenti sessuali moralmente idonei.

Tra le cause è importante sottolineare anche la necessità di denaro, che spinge alcuni a vendere il proprio corpo (vedi viados).

Ci sono due modi per cui l’uomo è tentato dal desiderio di diventare omosessuale, pedofilo, necrofilo, prostituta, ecc. Uno è interno e l’altro è esterno.

1) L’interno, proviene dalla propria concupiscenza, passione, desiderio, che viene dall'io, dall'ego, dal desiderio non respinto si diventa ciò che si desidera diventare. Se non c’è il desiderio, non c’è né omosessualità, né pedofilia, né prostituzione, ecc.

La natura umana è naturalmente protesa verso il male. Come tutti sappiamo il desiderio di peccare parte prima di tutto dal cuore, ed è da qui che deve cominciare la nostra lotta come figli di Dio, con la preghiera e la fede.

Proteggendo il nostro cuore con la completa armatura di Dio. Il cuore dell’uomo, come dice il profeta Geremia, è ingannevole più di ogni altra cosa, è insanabilmente maligno” Geremia 17:9 ed è dal cuore che vengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze e diffamazioni.

2) L’esterno, proviene dal mondo che è sotto il dominio di Satana e le condizioni in cui ci troviamo oggi sono opera sua, satana ha influenzato totalmente l’andamento della nostra società, e le condizioni che lui propone al mondo, ottengono purtroppo, l’effetto da lui desiderato.

Mettendo nella mente degli uomini e delle donne il seme del dubbio, dell’infedeltà e della ribellione contro Dio, contro la verità della sua parola e contro il piano divino per la salvezza dell’umanità. In sintesi satana è l’artefice della deviazione sessuale e di ogni tipo di male.

Gesù dice in Matteo 12:34-35 “Razza di vipere, come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall'abbondanza del cuore la bocca parla. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e l’uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie”

Se il cuore e la mente di un individuo sono buoni ci saranno frutti buoni, ma se il cuore e la mente di un individuo sono malvagi ci saranno frutti malvagi.