“Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate.” (Matteo 28:19-20)
Ogni Chiesa che si professa “corpo di Cristo” non può e non deve restare immobile, statica, al contrario deve essere in continuo movimento verso Gesù, con il solo scopo di glorificare Dio!
La Chiesa è un popolo di discepoli, che a sua volta deve fare altri discepoli con basi solide e fondamenta solide.
Credo che uno dei motivi per cui non ci sono più Chiese degne di questo nome sia dovuto anche al fatto che a suo tempo non sono state gettate le basi di un fondamento solido e concreto.
Queste persone, che ora per vai motivi disertano le Chiese o vivono male la Chiesa probabilmente hanno avuto un insegnamento superficiale, senza basi, soltanto teorico, ecco il vero problema: manca la vita, l’esempio della vita di Gesù in noi.
Sto parlando ovviamente in generale, ma credo che in molti casi manchi proprio questo: l’aspetto della concretezza e della pratica, specialmente da parte di chi discepola perché chi è discepolato giustamente desidera vedere le parole messe in pratica.
Sarà capitato anche a voi di sentir dire: “è facile parlare, ma lui come si comporta, come vive?”
Questo certamente non contribuisce né alla buona testimonianza, né a creare delle basi solide, al contrario disorienta, confonde e allontana.
I discepoli sono chiamati ad essere sale e luce della terra (Matteo 5:13 -14) ma il nostro sale ormai non ha più alcun sapore… è diventato insipido, e la nostra luce… si è quasi spenta.
Ecco l’importanza di fare si, discepoli (con l’aiuto di Dio) ma discepoli sani con fondamenta sane, consacrati, separati dal mondo e dai piaceri del mondo.
In Apocalisse(3:15-16) è scritto: “"Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca.”
Il Signore Non ci vuole tiepidi, Ma ferventi, pieni di passione per Lui!
Egli desidera il nostro tempo, il nostro ardore, la nostra vita disposta a fare la Sua volontà!
Quindi non solo discepoli, ma discepoli con basi solide, discepoli che provano disgusto per il peccato, discepoli in grado di trascinare, senza essere trascinati, discepoli che sanno riconoscere il peccato e lo evitano.
Ma oggi il peccato si riconosce ancora?
La risposta penso sia purtroppo e dolorosamente scontata.
Preghiamo affinché ci sia in noi il desiderio profondo di una vera consacrazione ala Dio, sia individualmente che come Chiesa.
Che il Signore benedica la nostra vita