sabato 29 luglio 2017

piccola riflessione


“Voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando le mani pure, senza ira e dispute. Similmente le donne si vestano in modo decoroso, con verecondia e modestia e non di trecce o d'oro, o di perle o di abiti costosi, ma di buone opere, come conviene a donne che fanno professione di pietà.” 1 Timoteo 2:9-10



Quando penso a dei versetti in particolare, mi piace anche conoscere il significato delle parole

Oggi stavo riflettendo sull’importanza di queste parole: le donne si vestano in modo decoroso con verecondia e modestia

Per capire meglio ho dato uno sguardo al vocabolario, e nella mia semplicità ho visto questi tre significati:

Decoro: compostezza, contegno, decenza, dignità, discrezione.

Verecondia: atteggiamento riservato e timoroso, riconducibile a un naturale senso di pudore.

Modestia: qualità consistente nel non mostrare vanto dei propri meriti ≈ semplicità, umiltà.

Come donne ( ma non solo) chiediamo  a Dio saggezza e discernimento anche nel nostro modo di vestire. 

A Dio tutta la gloria!




venerdì 21 luglio 2017

Voi mi derubate

“Un’ uomo deruberà DIO? Eppure voi mi derubate e poi dite: in che cosa ti abbiamo derubato? Nelle decime e nelle offerte." (Malacchia 3:8 )



Era un fatto reale, il popolo di Israele derubava il Signore. Ma in quale modo viene chiesto? La risposta è chiara, nelle decime e nelle offerte!

Privando del sostentamento i Sacerdoti ed i leviti il popolo di Israele derubava il Signore!

Questo severo rimprovero mi ha fatto riflettere: possiamo anche noi oggi come il popolo di Israele, derubare il Signore ? In quale modo ?

Nello stesso identico modo!

Anche noi, se non diamo le nostre decime e le nostre offerte al Signore, priviamo del sostentamento i servitori (bloccando cosi anche la propagazione del vangelo) le vedove, gli orfani, i bisognosi e come il popolo di Israele derubiamo il Signore.

Rubare è una parola forte, ma è il termine usato da Dio per questo peccato e come tale va visto.

L’adempimento della parola di Dio, era importante ieri come lo è oggi.

Ma nella pratica non è sempre così, infatti dare la decima (una piccola parte del nostro stipendio) è diventata per la maggior parte di noi una cosa facoltativa, si può dare come no, “siamo liberi" diciamo, dimenticando però che la nostra libertà come credenti non deve essere usata per dare spazio alla carne facendo ciò che più ci aggrada, Ma nell’amore per Dio e per gli altri.

“Comportatevi come uomini liberi, non facendo uso della libertà come di un pretesto per coprire la malvagità, ma come servi di Dio.”
(1 Pietro 2:16)
Probabilmente, per quanto riguarda le piccole “offerte” ci sentiamo più liberi, possiamo dare, come no.

Ma dare la decima in modo sistematico ogni mese, al contrario è qualcosa che ci responsabilizza perché richiede impegno e costanza, a prescindere dalle nostre difficoltà, e questo in qualche modo ci vincola, ci costringe, obbligandoci a rispettare norme, di natura morale, affettiva, sociale, finanziaria ecc

Come ben sappiamo questo tipo di disciplina non è insito nella nostra natura e allora per comodità ci appelliamo alla nostra “libertà” ma la vera libertà la troviamo soltanto dove c’è lo Spirito del Signore:

“Or, il Signore è lo Spirito, e dove c'è lo Spirito del Signore, lì vi è libertà.”
( 2 Corinzi 3:17)

Certamente, la libertà è un nostro diritto, ma va usata nel modo giusto e per scopi giusti: donando senza alcuna costrizione.

La vedova di cui è parlato in (Marco 12 :41 a 44 ) ha dato molto di più della sua decima, ha dato tutto quello che aveva.

“Se infatti c'è la prontezza d'animo, uno è accettevole secondo quello che ha e non secondo ciò che non ha.” (2 Corinzi 8:12)

Dare la decima è il punto di partenza del dare ed è il minimo di ciò che noi possiamo fare per l’opera di Dio.

La decima, oltre che un’ atto di fede e di ubbidienza è anche un’ atto d’amore perché la fede opera per mezzo dell’amore.

“poiché in Cristo Gesù né la circoncisione né l'incirconcisione hanno alcun valore, ma la fede che opera mediante l'amore. (Galati 5:6 )

Avere fede significa aderire incondizionatamente, a qualcosa o a qualcuno con piena fiducia, e il nostro Dio è degno di tale fiducia, solo Lui ne è degno!

Ma essendo noi, fondamentalmente superficiali, non ce ne rendiamo conto, dimenticando che tutto quello che abbiamo poco o tanto che sia, non è nostro ma è del Signore: Lui ce lo ha donato per un’ atto d’amore !

Qualcuno potrà obiettare dicendo:" dare la decima è riferito al popolo di Israele e riguarda soltanto il Vecchio Testamento."

No, non è affatto così, perché la volontà di Dio è espressa sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento.

In Matteo 5:17 è scritto: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti: io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. “

Miei cari,
se pensiamo che togliere una parte del nostro stipendio, possa in qualche modo privarci di qualcosa ricordiamo le bellissime parole di Gesù:

Osservate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non raccolgono in granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi, con la sua sollecitudine, può aggiungere alla sua statura un sol cubito? Perché siete in ansietà intorno al vestire? Considerate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico, che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. 30 Ora se Dio riveste in questa maniera l'erba dei campi, che oggi è e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi, o uomini di poca fede? “ (Matteo 6 : 26 a 30 )

A Dio sia la lode!



sabato 15 luglio 2017

Signore aiutaci a correggere, secondo la Tua volontà

“Ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia, ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo.” Ebrei 12:11





Correggere significa: rendere migliore, più esatto, eliminando errori, imperfezioni e difetti. Possiamo correggere, una bozza di stampa, il difetto di un abito, un compito scolastico ecc


Riferito alla persona, correggere significa; avvisarla di un errore commesso, oppure farle notare un suo difetto, anche abituale, indicandole anche il modo di eliminare l’uno (o porvi rimedio) ed evitare l’altro.

Partendo dall' infanzia, sino alla vecchiaia, la correzione nella nostra vita (anche se a volte è dolorosa) è importante.

Pensando ad un bambino che fa i capricci, pestando i piedi per ottenere ciò che vuole (non sapendo magari, che ciò che vuole è pericoloso per lui) il genitore responsabile certamente non lo asseconda, ma lo rimprovera e lo corregge.

E se continua a fare i capricci, il castigo può diventare ancora più incisivo e marcato.

Ogni volta che il bambino farà i capricci puntualmente ci saranno le correzioni da parte del genitore, per renderlo migliore.

Naturalmente il castigo viene dato Non per mancanza di amore, Ma per amore, sino al punto di fare violenza su noi stessi cercando per il suo bene, di non vedere le sue lacrime di protesta.

In questo modo, cresceranno sicuramente, dei ragazzi, degli uomini e delle donne più responsabili e maturi, che a loro volta applicheranno per amore, la stessa disciplina e la stessa correzioni ai loro figli.

La nostra vita cristiana dovrebbe procedere nello stesso modo.

Ma riusciamo davvero per amore, ad applicare la stessa riprensione, le stesse correzioni a chi si trova nella direzione sbagliata?

Oppure, pensando (erroneamente) di dimostrare amore, come un genitore irresponsabile cerchiamo di non vedere eventuali errori, anche gravi, mettendo a repentaglio dal punto di vista spirituale la vita del fratello/sorella?



Che il Signore ci aiuti a riflettere sull'importanza della correzione, ricordando a noi stessi e agli che dobbiamo glorificare nella nostra vita!

A Lui la gloria!

sabato 1 luglio 2017

Lettera alla Chiesa di Efeso (un'amore spento)

“Io conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi; e hai messo alla prova coloro che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. Tu hai sopportato, hai costanza e per amore del mio nome ti sei affaticato senza stancarti.” (Apocalisse 2:2 -3 )



La Chiesa di Efeso era piena di attività e progetti, seguiva scrupolosamente il sano insegnamento, non sopportava i malvagi, aveva messo alla prova quelli che si dicevano apostoli ma non lo erano, trovandoli bugiardi.

A questa chiesa lodata, appunto per la sua stabilità e sopportazione, che si era affaticata senza trovare posa alcuna, proprio a questa chiesa, il Signore dice:

" Ma io ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore. " (Apocalisse 2:4)

In questa chiesa veniva svolto tutto alla perfezione, nulla veniva lasciato al caso, ma mancava la cosa fondamentale: l’amore fervente per il Signore.

Tutto ciò che veniva fatto, Non veniva fatto per amore, Ma per abitudine, e il Signore che scruta i cuori, lo vede.

Questa chiesa da prima lodata, ora viene rimproverata ed esortata a ritrovare il suo primo amore, l’ardore iniziale che aveva per il Suo Dio!

Per fare un paragone, potrebbe essere un pò come una moglie che si affatica e si annulla, totalmente per la sua famiglia e apparentemente ( come in quella chiesa) non c’è nulla da rimproverare ma il fuoco dell’amore per suo marito, si è spento, ed è rimasta soltanto l’apatia dei sentimenti, nella più completa assenza di emozioni.

Come ripeto, questa chiesa era iperattiva, ma mancava del nutrimento spirituale.

Aveva perso di vista, gli strumenti essenziali che ci permettono di combattere il nemico: l'amore vero, concreto per il Signore e l'applicazione pratica della parola di Dio nella nostra vita, amando gli altri con il Suo amore!

A questa chiesa il Signore Dice ancora:

" Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti e fa' le opere di prima; se no verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. " (Apocalisse 2:5)

Questo avvertimento è importante anche per noi, anche noi dobbiamo ritornare al nostro Primo amore, ricordando dove siamo caduti e ravvederci, riconoscendo i nostri errori, per non ripeterli!

Gloria a Dio!