giovedì 22 maggio 2014

Tu hai sciolto i miei legami...

“...tu hai sciolto i miei legami... ” (Salmo 116:16)









Questa frase è un’inno meraviglioso di lode e di ringraziamento per la liberazione ricevuta. Il salmista dopo aver vissuto momenti di profonda angoscia, ringrazia Dio con tutto il cuore perché lo ha liberato dai suoi legami.

E noi come credenti, siamo davvero liberi da ogni vincolo, da ogni blocco, da ogni impedimento della nostra carne, lo Spirito Santo ha davvero sciolto ogni legame che ci tiene vincolati alla nostra vecchia natura?

Senza rendercene conto, a volte si creano dentro di noi delle vere e proprie prigioni interiori, molti troppi legami ci tengono incatenati, prigionieri di noi stessi.

Le catene dell’insicurezza, della gelosia, dell’orgoglio della presunzione, delle prevenzioni e dei pregiudizi, fanno purtroppo parte di noi.

Ma c' è anche un’altra catena, alla quale forse, diamo poca importanza, la catena dell’insoddisfazione.

Il non sentirsi “all'altezza” il non essere “come gli atri” il non riuscire a fare cose che altri fanno, il non avere cose che altri hanno, può sviluppare in noi un profondo senso di insoddisfazione, non facendoci così assaporare la vera gioia dell’appartenere a Cristo.

Tutte queste catene possono agire dall'interno e dall'esterno, si possono trovare dentro di noi ma anche attorno noi, nella nostra famiglia e nella nostra Chiesa.

Nel mio caso, una delle mie catene interiori è sempre stata l’insicurezza, senza rendermene conto, usavo l’insicurezza come uno scudo per proteggermi da ogni forma di responsabilità, sia dal punto di vista umano che spirituale.

L’ insicurezza che mi teneva bloccata, ancorata alle mie paure e al timore del giudizio degli altri, non mi permetteva il più delle volte, di pensare e di agire in modo autonomo.

Per paura di espormi, non ero in grado di “esaminare ogni cosa e ritenere il bene” (1 Tessalonicesi 5:21) per “pigrizia ed inerzia ” molto spesso, lasciavo che altri lo facessero per me.

Quale grave errore davanti a Dio!

Invece di andare ogni volta alla scrittura “per vedere se le cose stavano così ” (Atti 17:11) verificando se il mio comportamento e i miei pensieri corrispondevano a ciò che Dio desiderava, rimanevo bloccata, ferma, immobile aspettando che altri decidessero e valutassero, per me se ciò che facevo, dicevo o pensavo era giusto o sbagliato.

Ma questo lo fanno i bambini: noi siamo donne e uomini fatti, completi in Cristo, che dovrebbero avere “ le facoltà esercitate a discernere il bene e il male” (Ebrei 5:14 ) restando “pur sempre dei bambini quanto a malizia”...ma soltanto in questo!

Ora grazie a Dio, il Signore mi sta aiutando ad affrontare giorno per giorno le mie insicurezze e le mie paure, facendomi comprendere che sono io, che devo discernere ogni cosa trattenendo il bene, non altri per me, io sono responsabile davanti a Dio del mio comportamento non i miei genitori, mio marito, i miei figli o la mia comunità.

Certo, il cammino non è facile, ma sono convinta che “colui che cominciato in me un’opera buona la porterà a compimento...” (Filippesi 1:6)

In (1 Corinzi 11:31 e 32) è scritto: “Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, per non essere condannati con il mondo”.

Ecco ciò che dobbiamo fare: esaminare ogni giorno il nostro comportamento, studiandoci di presentare noi stessi approvati davanti a Dio (2 Timoteo 2:15).

Come dicevo, queste stesse catene interiori che bloccano l’azione dello Spirito Santo dentro di noi, possono a loro volta essere un blocco e un’ impedimento anche per le persone che sono vicino a noi.

Se la mia insicurezza e il mio egoismo personale, mi rendono sospettosa e diffidente verso il prossimo facendomi vedere il male in ogni cosa, chi è vicino a me specialmente se è una persona fragile, rischia di essere seriamente danneggiata e soffocata dal mio comportamento.

Come credenti possiamo edificare o distruggere: se sono un credente spirituale che ha a cuore le cose di Dio certamente sarò costruttivo, il mio desiderio e il mio obiettivo principale sarà quello di piacere a Dio, di conseguenza cercherò di seguire il suo esempio applicandolo concretamente alla mia vita.

Cercando di andare verso gli altri con amore, pazienza, dolcezza e tenerezza, non li respingerò, non li allontanerò, ma cercherò di portarli vicino a Gesù.

Seguendo la direzione e l’esempio di Gesù, la mia vita sarà come “un profumo di odor soave, un sacrificio accettevole, piacevole a Dio.” (Filippesi 4:18 )

Edificante e balsamica per gli altri “come l'olio prezioso sparso sul capo, che scende sulla barba di Aaronne” (Salmo 133:2) e contribuirà ad incoraggiare e sostenere i fratelli e le sorelle, aiutandoli a scoprire e ad esercitare i doni che Dio gli ha donato.

Tenendo sempre presente che: “...il fine del comandamento è l'amore, che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede non finta. Alcuni, essendosi sviati da queste cose, si sono rivolti a discorsi vani e, volendo essere dottori della legge, non comprendono né le cose che dicono né quelle che affermano.” ( 1 Timoteo 1:5 a 7).

Se invece sono un “credente” carnale; egoista, insoddisfatto, insicuro, egocentrico e prevenuto che si accontenta di parlare di Dio ma che non ha mai sperimentato la presenza, l’amore e la grazia di Dio, nella sua vita; il mio parlare sarà vuoto, vano e inutile senza alcun fondamento, privo di effettivo valore davanti a Dio e davanti agli altri.

Penserò soltanto a soddisfare le mie esigenze, i miei bisogni e le mie necessità, distruggendo emotivamente e spiritualmente con il mio atteggiamento le persone che mi sono accanto.

L’unico modo per sciogliere questi pesanti legami che ci opprimono e ci tengono incatenati alle prigioni interiori della nostra anima è identificarci con la croce di Cristo; morire a noi stessi giorno dopo giorno, crocifiggendo la nostra carne con le sue passioni e le sue concupiscenze.

Attraverso lo Spirito Santo la nostra vita, deve subire ogni giorno una trasformazione, una rinascita un rinnovamento nel cuore e nella mente e il desiderio che deve prevalere in noi è la santificazione e la consacrazione personale della nostra vita a Dio!

Com'è naturale per l’albero portare frutti nella sua stagione, altrettanto naturale deve essere per noi come credenti portare frutti di ravvedimento ogni giorno nella nostra vita, nella piena libertà dello Spirito, perché “dov'è lo Spirito del Signore lì vi è libertà” (2 Corinzi 3:17)

Naturalmente, tutto questo non accade magicamente, al contrario, richiede tempo, fatica, impegno, disciplina, volontà e costanza.

Sembra un paradosso ma a volte, dopo una vita di “schiavitù” occorre del tempo per riadattarsi... riappropriarsi della nuova vita in Cristo; una vita meravigliosamente ricca, abbondante ed esuberante nella piena libertà dello Spirito.

Fare entrare la luce abbagliante di Dio, nei punti più oscuri e nascosti della nostra anima comporta sempre un costo e a volte per non metterci in discussione, per non affrontare il dolore delle nostre emozioni ferite, dei nostri disagi interiori...preferiamo restare al buio, rifiutando di vedere le luce.

Ma così facendo non potremmo mai sperimentare le benedizioni, la pienezza e la gioia dello Spirito, nello splendore e nella bellezza della luce di Dio!

Che il Signore ci aiuti a spezzare tutte le nostre catene.

Dio ci benedica.


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