domenica 8 maggio 2011

Una disubbidienza velata

“Ecco io sono uscito per fermarti,perchè la via che percorri è contraria al mio volere" (Numeri 22:32)
























Leggendo Numeri 22: 8 a 12 vediamo che ad una richiesta di Balaam Dio risponde di no, ma Balaam continua ad insistere..

Quante volte anche noi come Balaam ci siamo nascosti dietro una presunta apparente fedeltà, avvalendoci del fatto che avevamo messo la cosa davanti a Dio, senza considerare minimamente, l’importanza dell’attesa.

Magari, avevamo pregato e in seguito, la risposta che il Signore ci ha dato, non era come quella che avevamo sperato e allora, come Balaam abbiamo continuato a insistere su ciò che volevamo, forzando magari inconsapevolmente (oppure consapevolmente ) le cose, cercando anche noi di avere ciò che volevamo “con il consenso di Dio” .

Non di rado cerchiamo di giustificare i nostri errori, dicendo “ho pregato..ho messo la cosa davanti al Signore” dimenticando l’importanza dell’attesa, seguendo in questo modo, non la volontà di Dio ma la nostra.

La preghiera non deve essere un monologo una richiesta continua di cose da fare.. ma un dialogo d’amore tra Padre e figlio.

Quando il figlio chiede, il padre può rispondere con un si, con un no..oppure può chiedere al figlio di attendere, prendendosi tutto il tempo necessario per rispondere.

In (Giacomo 4:3) è scritto:“..domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.”

Possiamo ingannare i fratelli, a volte, addirittura noi stessi, ma Dio conosce a fondo il nostro cuore..e Lui non si può in alcun modo ingannare.

non vi ingannate non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà.” ( Galati 6: 7 )

Le nostre richieste a Dio, devono sempre avere prerogative e caratteristiche giuste. Deve esserci in noi il sincero desiderio di fare realmente la Sua volontà, ubbidendo alla Sua parola senza alcuna riserva: con fedeltà, coerenza, sincerità e trasparenza.

Alla richiesta, deve seguire l’ascolto e all’ascolto l’ubbidienza.

La preghiera, non deve essere basata sul nostro egoismo personale, sui nostri desideri, ma sull’ottica del pensiero di Dio.

Con “Spirito di saggezza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del Signore.” (Isaia 11: 2 )

mediante i tuoi precetti io divento intelligente; perciò detesto ogni doppiezza” ( Salmo 119:104 )

Per portare un’ esempio, se un giovane credente, prega per sapere se quella ragazza/ragazzo del mondo sia giusta per lui/lei, ha già sbagliato in partenza, perché questo tipo di richiesta implica di per se una disubbidienza alla parola di Dio.

Infatti in (2 Corinzi 6:14 a 16) è scritto: “non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi ; infatti quale comunanza vi è fra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale comunione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il Tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente..”

“.. non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio ?”(Giacomo 4:4)

Mancando, in questo caso ( come in altri) i presupposti dell’ubbidienza, quando Dio ci risponde di no, può succedere che anche noi come Balaam, continuiamo a chiedere insistendo con ostinazione, magari con giustificazioni e pretesti e allora il Signore a quel punto, ci lascia liberi di andare.. pagandone in seguito tutte le conseguenze.

Chissà quante volte il Signore, si sarà servito dell’asina di Balaam per farci tornare indietro, forse in un particolare momento della nostra vita, si è servito di alcuni fratelli ho sorelle, per farci ragionare per farci capire che ciò che stavamo facendo non era di buona testimonianza, oppure che quella scelta non era quella giusta per noi, dal punto di vista cristiano.

Ma forse, anche noi come Balaam abbiamo preso a frustate (figurativamente parlando) quei fratelli e quelle sorelle, dicendogli magari, di stare zitti e pensare ai fatti loro aggiungendo, che sapevamo ciò che stavamo facendo ostentando la nostra ( presunta ) fedeltà e perseveranza nella preghiera e caparbiamente siamo andati avanti così, per la nostra strada inseguendo però, non l’obiettivo di Dio, ma soltanto il nostro!

Credo che ogni tanto, dovremmo riflettere seriamente davanti a Dio, chiedendoci:qual è obiettivo che sto seguendo? Sto facendo realmente, il volere di Dio, per questa o quella scelta? Il mio comportamento come credente è veramente secondo il volere di Dio? Oppure, sto facendo soltanto ciò che piace a me.

Cerchiamo di non minimizzare il peccato, addolcendolo con inutili fantasie..ricordando che quella che per noi è una un “piccola” disubbidienza, per il Signore è peccato.

A volte può succedere che il nostro nemico travestendosi da angelo di luce cerchi di offuscare la verità (portandoci all’auto convinzione come nel caso di Balaam) facendoci credere che stiamo facendo la cosa giusta, con il consenso di Dio, mentre in realtà non è affatto cosi!

Il Signore, deve avere la priorità su ogni cosa nella nostra vita e l’ubbidienza è una di queste priorità.
“Sia perfetta la mia ubbidienza ai tuoi statuti perché io non sia confuso." (Salmo 119:80)

Chiediamo al Signore di darci il giusto discernimento spirituale per capire e discernere ciò che veramente Lui desidera da noi.

Mettendo da parte ogni pensiero e desiderio carnale, in modo tale che lo Spirito Santo possa essere finalmente libero di agire dentro di noi, per farci degli strumenti esclusivi alla sua gloria: “avendo una buona condotta fra i pagani , affinché laddove sparlano di voi chiamandovi malfattori, osservino per le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno che Egli li visiterà” (1 Pietro 2:12)

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