sabato 30 luglio 2011

C'è più gioia nel dare, che nel ricevere...



c’è più felicità nel dare che nel ricevere” Atti cap. 20:35






La realtà di questo splendido versetto come tanti altri, ci riporta all’amore e all’altruismo.

Ma per poter dare, dobbiamo prima ricevere, se noi non riusciamo per primi a sentire l’amore di Dio nel nostro cuore, non saremo mai in grado di amare gli altri con il Suo amore.

E di conseguenza non potremmo neppure comprendere la gioia che si prova nel donare. Donare non è sempre e soltanto qualcosa di pratico (anche) ma non solo. Donare è incoraggiamento, partecipazione, sostegno morale e spirituale, sofferenza e dolore ma è anche gioia per le piccole cose.

A questo proposito vorrei fare una piccola parentesi, facendovi partecipi di una mia esperienza.

Un po’ di tempo fa, ho avuto modo di entrare per la prima volta in un ricovero per anziani e davanti alla tristezza e all’abbandono di quel luogo, non sapevo davvero, cosa fare e cosa dire,  dopo aver chiesto al Signore, la forza e le parole giuste, ho cercato in qualche modo di fare conoscenza, cogliendo l’occasione per parlare loro dell’amore di Gesù, ricordandogli che nonostante il profondo senso di abbandono e la tristezza, che provavano per non avere vicino a se i loro cari, Gesù era sempre al loro fianco e non li avrebbe mai abbandonati.

Mi hanno ringraziato e ho notato, che ciò che avevo detto, gli aveva fatto piacere, ma mi sono accorta che oltre alle parole di incoraggiamento avevano bisogno anche di calore umano e di affetto...è bastato un semplice abbraccio, un sorriso, una parola dolce per vedere nei loro occhi una luce diversa... non potrò mai dimenticare quella luce nel loro sguardo.

Eppure, non avevo fatto nulla di eccezionale, avevo semplicemente cercato di donare l’amore e l’affetto che il Signore mi aveva messo nel cuore, ed io mi sentivo felice e arricchita per questo.

Per aiutare e incoraggiare qualcuno, non è importante la distanza, il luogo o il tempo... ogni situazione è utile e adatta per donare qualcosa.

Personalmente, non riesco a vedere nessun movimento, nessun gesto, o parola senza l’amore che proviene da Dio. E’ inevitabile, tutto ci riporta al suo amore... e ciò che noi facciamo, se lo facciamo per forza, con l’aridità nel cuore, farà soltanto del male, non porterà a nulla, non recherà gioia. Ogni nostro gesto, parola e azione deve essere sempre improntata sull’Amore e nient’altro.

Se il nostro dare, ha le caratteristiche dell’amore di Dio, donare sarà per noi una cosa naturale, spontanea e la felicità che proveremmo nel donare sarà sicuramente maggiore di quella che potremmo provare nel ricevere.

Dal punto di vista umano, tutto questo è incomprensibile, ed è naturale perché il cuore dell’uomo senza Dio, non può comprendere le cose di Dio.

In 1 Corinzi 2:14-15-16 è scritto: “ Or l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente.” ma il cuore dell’uomo toccato dall’amore Dio, riesce a comprendere pienamente ogni cosa, infatti: “ ..colui che è spirituale giudica ogni cosa ed egli non è giudicato da alcuno. Infatti chi ha conosciuto la mente del Signore per poterlo ammaestrare? Or noi abbiamo la mente di Cristo.”

Ma se l’uomo spirituale, che ha la “mente di Cristo” e dovrebbe discernere le cose dello Spirito, non è in grado di comprendere e amare gli altri dell’amore completo di Dio,  c’è qualcosa che non va.

A volte mi chiedo perché la disponibilità nell’offrire, nell’andare verso gli altri è più sentita e vissuta dalle persone che non hanno sperimentato la totalità dell’amore di Dio, che dal credente che ha sperimentato l’amore di Dio?

Sinceramente non riesco a trovare una risposta.

In Giacomo 2:18 e 26 è Scritto ancora:“ ...qualcuno dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere»; mostrami la tua fede senza le tue opere e io ti mostrerò la mia fede con le mie opere...infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” 

A volte, minimizziamo l’importanza del dare dicendo “ciò che conta è il cuore” dimentichiamo, che ciò che abbiamo dentro il cuore si manifesta all’esterno; attraverso la disponibilità e la sensibilità verso gli altri. L’esempio del dare, dell’altruismo e dell’amore, lo troviamo solo in Dio e se noi abbiamo compreso le cose di Dio, per avere gioia in Lui, dobbiamo imparare ad amare secondo il Suo cuore, dimenticandoci di noi stessi e del nostro egoismo.

La parola dare, mi fa venire in mente l’immagine di un tuffo, in una calda giornata d’estate. Prima di tuffarci nell’ acqua siamo accaldati, ma dopo che ci siamo tuffati, siamo completamente rinfrescati, pieni di nuova energia, pronti per rituffarci ancora... e neppure un piccolissimo punto del nostro corpo è rimasto asciutto.

Com’è naturale bagnarsi al contatto con l’acqua è altrettanto naturale e spontaneo ricevere quando si dona... come l’arsura e il caldo d’estate ci spingono a tuffarci, per trovare refrigerio allo stesso modo l’amore di Dio che è nei nostri cuori, dovrebbe spingerci a donare andando verso gli altri, nei modi e nei tempi che Lui ci indicherà.

A volte, i modi in cui si riceve non sempre si possono definire, o spiegare ma una cosa è certa; donando si riceve sempre qualcosa...se accendiamo una luce in un luogo buio... è naturale, essa risplenderà...certamente...ma in quel luogo prima della luce... c'era il buio!

Signore aiutaci a vedere gli altri con i Tuoi occhi, per amarli con il Tuo cuore.

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