martedì 25 settembre 2012

La conoscenza della Verità..conduce inevitabilmente alla pietà


Paolo, servo di Dio, apostolo di Gesù Cristo per promuovere alla fede di Gesù Cristo gli eletti di Dio e la conoscenza della verità che conduce alla pietà..” (Tito 1:1 )


Ancora una volta rimango stupita e meravigliata davanti alla Grazia e alla Sovranità di un Dio meraviglioso, che prepara le cose in ogni minimo dettaglio.

Paolo dal momento in cui è stato chiamato da Dio sulla via Damasco ( Atti 9:4) la sua vita è radicalmente cambiata, da persecutore dei cristiani, ora  è  diventato servo e fedele Apostolo di Gesù Cristo per promuovere alla fede di Gesù Cristo, gli eletti di Dio, facendoli avanzare  sempre di più verso la conoscenza della Verità.

Non una verità fine a se stessa, ma una verità che salva e vivifica portandoci inevitabilmente ad amare.

Infatti l'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; e che Egli  morì per tutti affinché  quelli che  vivono  non vivano più per se stessi, ma per Colui che è morto  e resuscito per loro ” (2 Corinzi 5:14-15)

E’ l’amore di Cristo che costringe Paolo a scrivere questa lettera a Tito, affidandogli il compito di mettere ordine nei vari ruoli all’interno della Chiesa, costituendo secondo le sue istruzioni, anziani in ogni città. (Tito1:5)

Non tutti infatti potevano e possono ricoprire tale ruolo,  senza avere i requisiti necessari.

Lo può fare solo, chi è “attaccato alla parola sicura, così com’ è stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere  quelli che contraddicono” (Tito 1: 9)

Il compito di Tito è proprio questo: vegliare, affinché venga impartito nelle Chiese un sano insegnamento basato sulla fedeltà della parola di Dio, passando dalla teoria di una lettura superficiale, alla pratica di una vita santificata in Cristo.

Infatti prosegue Paolo: “ vi sono ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente  tra quelli  della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca; uomini che sconvolgono intere famiglie, insegnando cose che non dovrebbero, per amore di guadagno disonesto” (Tito 1:10-11)

Quando si riconoscono all’ interno della Chiesa, questi falsi insegnati, uomini doppi di cuore, Paolo dice: “riprendili severamente, perché siano sani nella fede, e non diano retta  a favole giudaiche  né a comandamenti  di uomini  che voltano le spalle alla verità.” (Tito 1:13- 14)

Questo primo capitolo, si conclude parlando di purezza e di contaminazione. Infatti:”Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi sia la loro mente, sia la loro coscienza sono impure. Professano di conoscere Dio, ma lo rinnegano  con i fatti, essendo abominevoli  e ribelli, incapaci di qualsiasi opera buona” (Tito 1:15-16)

In (Apocalisse 3:15-16) è scritto:"io conosco le tue opere: tu non sei ne freddo ne fervente. Ho fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, Così perché sei tiepido e non sei ne freddo ne fervente io ti vomiterò dalla mia bocca".

Non sembra anche a voi che queste parole severe rivolte alla Chiesa di Laodicea, riflettano tristemente la condizione attuale delle nostre Chiese?

Magari il nostro amore per il Signore  non si è raffreddato completamente, ma non è neppure caldo..fervente, da farci dire come Geremia: “..c’è nel mio cuore  come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso.” (Geremia 20:9)

Miei cari,

cos’è rimasto del nostro Primo Grande amore?
Di quell’Amore che faceva vibrare e palpitare il nostro cuore..cos’è rimasto?

Soltanto un tiepido, insipido..ed insignificante amore fatto di apparenza, di abitudini e religiosità..basato su sentimenti che oscillano come il vento..ora qua..ora la.. come pula che il vento disperde" (Salmo 1:4)

A questo proposito, C. H. Spurgeon in una sua meditazione dice:

“Spesso noi diamo alle persone il nome d'irreligiose e senza dubbio ciò identifica la loro condotta di vita. Un uomo, però, può essere religioso ed essere ugualmente lontano dalla grazia.

Molti vivono la religione con le loro pratiche esteriori in modo quasi perfetto. Sono religiosi e praticanti. Nonostante ciò possono appartenere alla categoria degli empi. La religione non salva.

Il vero cristiano è colui che ha il pensiero di Dio, che lo riconosce in tutte le sue vie, si fida di Dio, Lo ama e Lo serve con tutto il suo cuore.

Di contro, l'empio nei suoi programmi giornalieri non ha il suo pensiero rivolto a Dio e vive come se Dio non ci fosse. È un uomo che pratica tutte le cerimonie esterne della religione, ma non penetra mai nell'intimo del cuore.

Vede i sacramenti, ma non scorge in essi Dio. Ascolta predicare, viene a pregare, è sempre presente alle riunioni, ma la Divinità per lui non è presente. Dio non si manifesta nella sua vita; egli non ne ode la voce e non si umilia davanti alla Sua presenza.”

Signore aiutaci a prendere con serietà, la Tua parola

A Dio sia la gloria!


Nessun commento: