“ A colui che è afflitto, l’amico dovrebbe mostrare clemenza; ma egli ha abbandonato il timore dell’Onnipotente. Ma i miei fratelli mi hanno deluso come un torrente, come l’acqua dei torrenti che svaniscono.” Giobbe 6:14,15
In alcuni particolari momenti nella nostra vita, anche noi come Giobbe, sentiamo il bisogno di essere capiti e incoraggiati con parole edificanti,ma a volte le parole che ascoltiamo, anziché essere come un balsamo..una rugiada che rigenera e consola il nostro cuore, al contrario sono parole dure, taglienti, parole di giudizio che lacerano ancora di più le nostre ferite, aumentando ulteriormente la nostra sofferenza.
Dimenticando, che la legge di Cristo si adempie, non con la critica e il giudizio pungente; ma portando i pesi gli uni degli altri.“Portate i pesi gli degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.”(Galati 6:2)
Se le nostre parole anziché essere costruttive e benefiche, producono negli altri un'effetto negativo, forse dovremmo chiederci da cosa e da chi siamo spinti.Gli amici di Giobbe pensavano di agire come uomini saggi, spirituali, che hanno il senso delle cose di Dio, ma il loro modo di comportarsi dimostrò esattamente il contrario.
Per la loro mancata avvedutezza e il poco discernimento spirituale l’ira dell’Eterno ci accese contro di loro:" l’Eterno disse ad Elifaz di Teman:"la mia ira si è accesa contro te e contro i tuoi amici, perché non avete parlato di me rettamente,come ha fatto il mio servo Giobbe" (Giobbe 42:7)
La maturità e il discernimento spirituale sono cose che non si acquisiscono ne con l’età ne con la teologia e la conoscenza biblica, ma con un reale e profondo rapporto con Dio.Se siamo ripieni della Sua grazia, della Sua bontà, della Sua dolcezza, allora solo allora le nostre parole e i nostri consigli saranno costruttivi e avranno un senso dal punto di vista spirituale.
In alcuni particolari momenti nella nostra vita, anche noi come Giobbe, sentiamo il bisogno di essere capiti e incoraggiati con parole edificanti,ma a volte le parole che ascoltiamo, anziché essere come un balsamo..una rugiada che rigenera e consola il nostro cuore, al contrario sono parole dure, taglienti, parole di giudizio che lacerano ancora di più le nostre ferite, aumentando ulteriormente la nostra sofferenza.
Dimenticando, che la legge di Cristo si adempie, non con la critica e il giudizio pungente; ma portando i pesi gli uni degli altri.“Portate i pesi gli degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.”(Galati 6:2)
Se le nostre parole anziché essere costruttive e benefiche, producono negli altri un'effetto negativo, forse dovremmo chiederci da cosa e da chi siamo spinti.Gli amici di Giobbe pensavano di agire come uomini saggi, spirituali, che hanno il senso delle cose di Dio, ma il loro modo di comportarsi dimostrò esattamente il contrario.
Per la loro mancata avvedutezza e il poco discernimento spirituale l’ira dell’Eterno ci accese contro di loro:" l’Eterno disse ad Elifaz di Teman:"la mia ira si è accesa contro te e contro i tuoi amici, perché non avete parlato di me rettamente,come ha fatto il mio servo Giobbe" (Giobbe 42:7)
La maturità e il discernimento spirituale sono cose che non si acquisiscono ne con l’età ne con la teologia e la conoscenza biblica, ma con un reale e profondo rapporto con Dio.Se siamo ripieni della Sua grazia, della Sua bontà, della Sua dolcezza, allora solo allora le nostre parole e i nostri consigli saranno costruttivi e avranno un senso dal punto di vista spirituale.
Andando avanti con la lettura, vediamo che solo Elihu nonostante la sua giovane età, riesce a portare Giobbe ad una seria e profonda riflessione davanti a Dio, ricordandogli:“ anche se tu dici di non vederlo, la tua causa sta davanti a lui; perciò aspettalo..Dio libera gli affitti mediante la loro afflizione e apre i loro occhi mediante la sventura” (Giobbe 35:14;36:15)
Portandolo ad esaltare tutta la bellezza e la grandezza di Dio:“Ecco, Dio è eccelso nella sua potenza;chi può insegnare come lui? Chi mai può imporgli la via da seguire e chi può dirgli:Tu hai fatto male? Ricordati di magnificare le sue opere, che gli uomini hanno cantato” 36:22-23-24
Elihù Spinto da Dio, continua a parlare finché Giobbe non si rende conto della sua nullità e miseria davanti a Dio:“ Allora Giobbe rispose all’Eterno e disse: ecco sono così meschino che cosa ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca.Ho parlato una volta, ma non parlerò più:si, due volte,ma non aggiungerò altro.” 40:3 a 5
A quel punto, Giobbe non può fare altro che lodare Dio, riconoscendo la Sua sovranità su ogni cosa..e con la gioia di Dio nel cuore dice:“ Riconosco che tu puoi tutto e che nessun tuo disegno può essere impedito.Chi è colui che offusca il tuo disegno senza intendimento? Per questo ho detto cose che non comprendevo, cose troppo alte per me che non conoscevo. Deh ascolta, e io parlerò;io ti interrogherò e tu mi risponderai.Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti vede. Perciò provo disgusto di me stesso e mi pento sulla polvere e sulla cenere.” Giobbe 42:1 a 6
In seguito, dopo che Giobbe pregò per i suoi amici, il Signore gli rese il doppio di tutto ciò che aveva prima. Che il Signore ci aiuti a tacere quando ci chiede di farlo..e a parlare, soltanto quando siamo spinti da Lui!
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